obiettivo
(o obbiettivo) agg. e s. m. [dal lat. mediev. obiectivus, der. di obiectum: v. oggetto; i sign. 2 e 3 ne derivano attraverso l’uso sostantivato delle espressioni originarie vetro obiettivo e rispettivam. scopo obiettivo]. – 1. agg. Che riguarda l’obietto, cioè l’oggetto, o ha in esso fondamento (contrapp. a soggettivo o subiettivo). Come termine generico e filosofico, è forma meno com. di oggettivo (v.); è invece più frequente di oggettivo nei sign. seguenti: a. In medicina, esame o., l’esame diretto del malato eseguito dal medico con l’ausilio dei proprî sensi (vista: ispezione; tatto: palpazione; udito: percussione, auscultazione) e di alcuni semplici strumenti (sfigmomanometro, stetoscopio, martello percussore per provocare riflessi, ecc.). b. Equanime, imparziale, spassionato, non alterato da pregiudizî, da preferenze, da idee e sentimenti personali: giudizio o.; esame o. delle circostanze; fare un’esposizione o. dei fatti; anche con riferimento alla persona: giudice, storico, relatore obiettivo. 2. a. s. m. Sistema ottico centrato convergente (propr. o. ottico), costituito da una lente o da un sistema di lenti (o. diottrico), di specchi (o. catottrico), oppure di lenti e specchi (o. catadiottrico), avente la funzione di dare di un oggetto un’immagine reale, impicciolita o ingrandita, destinata a essere osservata mediante un oculare o raccolta su uno schermo (nel caso di apparecchi di proiezione) o su un’emulsione sensibile (nel caso di una macchina fotografica o di una macchina da presa cinematografica o di un ingranditore), oppure a essere convertita elettronicamente in un segnale elettrico, registrato magneticamente o trasmesso (nel caso di una telecamera): o. da cannocchiale, da telescopio, da microscopio; o. fotografico, cinematografico, da ingranditore, da proiettore, da telecamera. In partic., gli o. fotografici sono costituiti da una montatura (in cui sono inseriti, oltre alle lenti, il diaframma e, talvolta, l’otturatore), attorno alla quale sono applicate più ghiere, la cui rotazione consente di regolare la messa a fuoco, l’apertura del diaframma e, eventualmente, i tempi di esposizione; si distinguono in base alla apertura relativa massima (espressa come rapporto tra la lunghezza focale e il diametro del foro del diaframma a tutta apertura), il cui valore è tanto minore quanto più luminoso è l’obiettivo, e in base alla lunghezza focale (espressa in millimetri), alla quale risulta inversamente proporzionale l’angolo di campo (cioè l’angolo formato dalle due rette passanti per il centro ottico dell’obiettivo e per i due estremi del diametro del campo circolare di cui l’obiettivo fornisce l’immagine); gli obiettivi fotografici si dividono quindi in o. grandangolari (lunghezza focale breve e angolo di campo maggiore di 60°), o. normali (angolo di campo di circa 50°, simile a quello dell’occhio umano) e teleobiettivi (grande lunghezza focale e angolo di campo ridotto). Sono inoltre detti o. automatici quelli che consentono di eseguire la messa a fuoco alla massima apertura del diaframma, il quale si chiude, secondo il valore impostato, allorché si preme il pulsante di scatto; o. autofocus, quelli che incorporano un dispositivo autofocus (v.); per gli o. a occhio di pesce, v. fish-eye; per gli o. a focale variabile, v. zoom. O. elettronico, lente elettronica (v. lente2, n. 3), elettrica o magnetica, che in un dispositivo di ottica elettronica (per es., un microscopio elettronico) svolge una funzione analoga a quella dell’obiettivo di uno strumento ottico. b. Nell’uso com., il termine indica soprattutto l’obiettivo della macchina fotografica o cinematografica: mettere a fuoco l’obiettivo. c. Come agg.: lente obiettiva, lo stesso che o. ottico; prisma o., prisma che si accoppia, per particolari scopi, a un obiettivo ottico. 3. s. m. a. Scopo di una determinata operazione militare, tattica o strategica: l’o. di un attacco, di un’offensiva; raggiungere l’o.; l’o. era di impedire il ricongiungimento dei reparti nemici. Analogam., il bersaglio cui è diretto il tiro dell’artiglieria o un bombardamento aereo in azioni belliche: colpire, centrare, fallire l’obiettivo; o. sensibile, bersaglio di un’azione militare (come una stazione ferroviaria, una chiesa, un mercato, ecc.) nel quale sia presente un’altra concentrazione di civili inermi. b. Per estens., meta che ci si propone di raggiungere, fine, proposito: il suo o. era di soppiantarmi e prendere il mio posto; prese parte alla gara con il preciso o. della vittoria assoluta. c. fig. Nel gioco del rugby: linea di obiettivo (o di meta), la linea che rappresenta il limite da far superare al pallone per segnare una meta; area di obiettivo (o di meta), l’area compresa tra la linea di obiettivo e quella di fondo. ◆ Avv. obiettivaménte, con obiettività, da un punto di vista obiettivo, non soggettivo: esaminare, esporre, riferire obiettivamente i fatti, una questione; giudicare obiettivamente; obiettivamente, devo riconoscere che hai proprio ragione tu.