nuvolo2
nùvolo2 s. m. [lat. nūbĭlum, neutro sostantivato dell’agg. nūbĭlus «nuvoloso»]. – 1. Lo stesso che nuvola, rispetto a cui è forma più elevata, o preferita in usi region.: un cielo pieno di nuvoli; Tutto in un tratto vide il ciel turbato, Sparito il sol tra nuvoli nascosto (Ariosto); i n. alti e radi stendevano un velo non interrotto, ma leggiero e diafano (Manzoni). 2. estens. e fig. a. Quantità di elementi, per lo più minuti, addensati in modo da sembrare una nuvola: un n. di polvere, di moscerini, di cavallette; adombrato il ciel par che s’anneri Sotto un immenso n. di strali (T. Tasso). Più genericam., grande quantità di persone o di cose aggruppate insieme, ammassate: c’era un n. di gente, di ragazzi, d’invitati; ha sempre intorno un n. di ammiratori; ho un n. di richieste da esaminare; c’è da tirarsi addosso un n. di seccature (F. Martini). In tutte queste accezioni, è frequente la variante letter., ma anche pop., nugolo (v.). Come locuz. avv., a nuvoli, in gran quantità, succedendosi in densi gruppi: i gitanti arrivavano a nuvoli sulle spiagge della riviera. b. Meno com. di nuvola (e di nube) per indicare cause di turbamento, di preoccupazione, di timore, condizioni di instabilità, dissapori, e sim.: c’era ancora qualche n. che minacciava la sua tranquillità; spero che si tratti soltanto di un n. passeggero; qualche n. c’è sempre nella vita coniugale. ◆ Dim. nuvolétto, meno com. nuvolino; accr. nuvolóne, frequente in senso proprio e in usi estens.: un cielo denso di nuvoloni; un nuvolone di polvere, di fumo; pegg. (poco com.) nuvolàccio.