nuotare
(raro e ant. notare) v. intr. [lat. natare, con alterazione non bene spiegata della vocale] (io nuòto, ecc.; il dittongo tende a mantenersi anche fuori d’accento per evitare l’ambiguità con notare «prendere nota»; aus. avere). – 1. a. Compiere una serie di movimenti ordinati per reggersi e muoversi nell’acqua, detto sia degli animali (i pesci nuotano; i cani imparano presto a n.) sia dell’uomo: sapere, non sapere n.; imparare, insegnare a n.; n. bene, male; n. come un pesce, con sicurezza e agilità; nuotavo in superficie inseguendo una spigola in un tratto di mare irto di scogli taglienti (Raffaele La Capria); n. in immersione o sott’acqua. E indicando i varî tipi di nuotata: n. a rana, a farfalla, sul dorso, ecc. (in frasi come queste è possibile un uso trans.: n. il crawl). Con riferimento allo spazio percorso: ho nuotato dalla barca fino a riva. b. Per estens., di corpi inanimati che galleggiano sull’acqua o in altro liquido: essendo già il mare tutto pieno di mercatantie che notavano (Boccaccio); rimettendo stipa sotto un calderotto, dove notava un buon cappone, fece alzare il bollore al brodo (Manzoni). 2. fig. a. Di cosa che si muove o sembra muoversi nell’aria: l’aquilone nuotava nell’azzurro; vidi per quell’aere grosso e scuro Venir notando una figura in suso (Dante); la luna nuotava lentamente fra tenui vapori (Deledda). b. In locuz. iperboliche, che indicano grande quantità: n. nel sudore, essere in un bagno di sudore; n. nel sangue, di chi compie atti di crudele violenza; n. nell’abbondanza, nelle ricchezze, nell’oro, e in espressioni più pop. o spreg., n. nell’unto, nel grasso e sim., essere ricchissimo (n. nel grasso anche in altro senso, di persona ben pasciuta). ◆ Part. pres. nuotante, sostituito spesso nel linguaggio letter. da natante, che ha inoltre usi partic. come s. m. (v. la voce).