nudita
nudità s. f. [dal lat. tardo nudĭtas -atis, der. di nudus «nudo»]. – 1. a. Il fatto, la condizione di essere nudo o parzialmente nudo, con riferimento al corpo umano, o alla sua raffigurazione nell’arte: la n. del corpo, delle braccia, del collo; Prometeo ... voleva sotto il diadema nascondere, come Cesare dittatore, la n. del capo (Leopardi), cioè la calvizie; vergognarsi, o non vergognarsi, della propria n., del fatto di essere nudo; n. rituale, quella prescritta per alcuni riti religiosi o in pratiche ascetiche (per es. nel giainismo); il quadro rappresenta delle donne pubbliche ... in uno stato di n. completa (Fogazzaro); anche, l’uso di indumenti succinti: non erano di moda ... le belle passeggiate in costume da bagno sull’orlo del mare, e la n. salutare dei giorni nostri (Palazzeschi). b. In senso concr., persona nuda o parzialmente nuda, e spec., al plur., le parti del corpo che abitualmente si tengono coperte: attraverso le aperture dell’abito si vedevano le sue n.; distribuivano vesti alle n. più sconcie e più dolorose (Manzoni); in partic., le parti sessuali: velare, coprire le n. (anche di pitture e sculture, con la sovrapposizione di panneggi, perizomi o foglie di fico). 2. Aspetto brullo, spoglio, della natura (per assenza di vegetazione) o di piante (per aver perso le foglie): la n. del suolo, di un terreno, della costa; la n. della campagna nella stagione invernale; la n. del tronco, dei rami. 3. fig. Assenza di ornamenti, sobrietà, semplicità: la n. austera della facciata, delle linee architettoniche; nessun quadro rallegrava la n. delle pareti; il refettorio era di una n. francescana; la n. dello stile, della frase; sono cose ben diverse la proprietà delle parole e la n. o secchezza (Leopardi); si discorre solo dei princìpi, ridotti alla loro n. scientifica (Gioberti). In senso più astratto, la reale essenza o condizione di qualche cosa, in quanto messa a nudo, e, con riferimento a persona, la natura autentica senza veli o infingimenti, i sentimenti più intimi e gelosi: mostrarsi, rivelarsi nella propria n.; indagare impietosamente, nella sua n., l’animo di un infelice.