nonostante
(o 'nón ostante') cong. [comp. di non e ostante, part. pres. di ostare]. – 1. Ha valore avversativo e introduce l’enunciazione di un fatto che avrebbe potuto o dovuto impedire qualche cosa e tuttavia non l’ha impedito o non l’impedisce. a. Con uso di prep., davanti a sostantivo: è voluto uscire, n. il parere negativo del medico; n. la minaccia di pioggia, abbiamo deciso di fare ugualmente l’escursione in montagna; n. tutto, gli vuole ancora bene; n. ciò (anticam. anche n. a ciò, n. di ciò, e così in altri casi). Davanti a sost. plur., rimane per lo più invar.: nonostante i suoi difetti, nonostante i suoi buoni propositi o le sue promesse, ecc.; più raram. concorda al plur. con il sost. (e in tal caso è preferita la grafia staccata): non ostanti le gravi difficoltà delle vie ..., si serviva di carrozze d’affitto (Pirandello). b. Come cong. (con il verbo al congiuntivo), è in genere seguito da che, il quale può anche essere sottinteso: si ostinava a negare, n. che avessimo le prove della sua partecipazione al fatto; non ci sono riuscito, n. (che) abbia fatto tutto il possibile; non lo riconobbe, n. lo avesse incontrato e gli avesse parlato più volte. Raro con un infinito: non ostante l’essere ancora privo delle altre cognizioni, io sento tuttavia ... (Leopardi). 2. In funzione di avv., e con il sign. di tuttavia, nondimeno, ugualmente, è per lo più preceduto dal pron. ciò, anche in grafia unita (ciononostante o cionnonostante): zoppicava, ciò n. si sforzava di tener dietro ai compagni; talvolta senza ciò, spec. nell’uso pop.: aveva fame, e n. rifiutò il cibo; anche in principio di frase: – Maledetti gli osti! – esclamò Renzo tra sé: – più ne conosco, peggio li trovo. – Non ostante, si mise a mangiare con grand’appetito (Manzoni).