nomade
nòmade agg. e s. m. e f. [dal lat. nomas -ădis, gr. νομάς -άδος, propr. «che pascola, che va errando per mutare pascoli», dal tema di νέμω «pascolare»]. – 1. Di gruppo etnico (e suoi appartenenti) che pratica il nomadismo: popolo, stirpe, tribù n., pastori n.; come sost. (spesso riferito, in partic., agli zingari): una tribù, una carovana, un accampamento di nomadi. Per estens., di ciò che è caratteristico delle popolazioni nomadi: fare vita nomade. 2. fig. Di persona o gruppo che non ha fissa dimora e muta frequentemente residenza, o che si sposta continuamente da un luogo a un altro (anche per motivi inerenti all’attività svolta): essere, sentirsi un n.; una compagnia di (artisti) nomadi. E con usi estens.: da quando lasciai Torino ho sempre condotto vita n., ora solo, ora con la famiglia (Fogazzaro); nasceva costui ... ereditando l’istinto n. del padre e la naturale avarizia della madre (D’Annunzio); era un uomo n. e libero, lieto dell’aria che respirava e della terra che calcava (P. Levi).