noiare
v. tr. e intr. [prob. dal provenz. enojar: v. annoiare] (io nòio, ecc.; come intr., aus. avere). – Forma ant. o pop., non rara anche nell’uso letter., per annoiare, nelle sue varie accezioni, come trans. e intr. pron.: mi rubano il tempo e mi noiano (Mazzini); io mi noio moltissimo e non trovo la via di far nulla (Giusti). Con uso intr. e accezione partic., nella lingua ant., riuscire dannoso o molesto: Guardate che ’l venir sù non vi nòi (Dante); temendo non quella cassa forse il percotesse per modo che gli noiasse (Boccaccio).