nicotina
s. f. [dal nome del diplomatico fr. J. de Villemain Nicot (1530-1600) che conobbe in Portogallo e diffuse poi in Francia la pianta del tabacco, la quale da lui prese il nome di Nicotiana tabacum]. – L’alcaloide più importante del tabacco (nel quale è contenuto in percentuale dall’1 all’8%, allo stato di sale dell’acido malico, citrico, ecc.): estratto dagli scarti della lavorazione del tabacco, si presenta come un liquido idrosolubile, oleoso, incolore, di sapore bruciante, fortemente basico, tossico, usato (per lo più sotto forma di soluzione di solfato) come insetticida in agricoltura e come antiparassitario, per uso esterno, di animali superiori. La nicotina aspirata con il fumo del tabacco, facilmente assorbita dalle mucose e dalla cute, ha una spiccata azione neurotropa, e, una volta in circolo, è in parte distrutta dal fegato e in parte eliminata con le urine e il sudore; può dar luogo a intossicazione acuta o cronica (nicotinismo), mentre nei fumatori accaniti contribuisce in modo fondamentale a costituire il quadro del tabagismo.