nevratile
agg. Nervoso, teso, tutto nervi. ◆ Introverso e nevratile, [Marco] Tardelli non poteva che essere soprannominato «Schizzo». Il corpo, esile impalcatura, sosteneva i reattori di un «caccia». In suo onore, è stato rispolverato (o coniato, addirittura?) l’aggettivo più gratificante: universale, polivalente, eclettico. (Roberto Beccantini, Stampa, 27 dicembre 1999, p. 28, Sport) • Come si possono, in un ambiente già nevratile, fare programmi almeno a media scadenza, trovare posto a questo, dare una prospettiva a quello, tenere tranquillo quell’altro? Quale squadra può giocare senza mai requie psicologica, senza la sicurezza anche vaga che se sbagli oggi puoi rimediare domani, (Michele Serra, Repubblica, 19 gennaio 2004, p. 50, Sport) • quando Michele Serra descrive sul nostro giornale il «solito nevratile clima morattiano» sa di stare usando una parola che si è inventato? […] Con nevratile, essendo esclusa l’intenzione satirica, diventa dubbio il fatto stesso che un’intenzione neologistica ci sia, tanto più che la parola ha una sua plausibilità che Aldo Biscardi con sicurezza definirebbe «eccipua». La prima parte del calco è certamente nevrotico; sulla seconda si può solo ipotizzare che versatile non c’entri, e caso mai far entrare in gioco umbratile, e ancor meglio vibratile: i nervi che ondulano come ciglia. (Stefano Bartezzaghi, Repubblica, 5 giugno 2008, p. 50, Cultura).
Forma colta e ricercata, probabilmente derivata dalla base nevr(o)-, variante del più comune neuro-, con l’aggiunta di un interfisso -at- e del suffisso -ile.
Già attestato nel Corriere della sera del 25 novembre 1996, p. 37, Sport (Giancarlo Padovan).