neuroeconomia
(neuro-economia), s. f. Lo studio delle reazioni neurofisiologiche che regolano le scelte e i comportamenti relativi alla gestione dell’economia. ◆ Siamo tutti, chi più chi meno, irrazionalmente troppo avversi al rischio. Per questo si fanno a volte scelte poco giustificabili. Di tutto ciò si cominciano adesso a trovare le verifiche obiettive anche nel funzionamento del cervello. È facile prevedere che questo articolo di «Neuron» sarà solo il primo di una lunga serie. Come Figaro già aveva ben intuito, può nascere ora la neuro-economia. (Massimo Piattelli Palmarini, Corriere della sera, 9 giugno 2001, p. 31, Cultura) • gli specialisti di neuroeconomia si avvalgono delle più avanzate tecniche di imaging cerebrale, […] per identificare visivamente le aree del cervello che si attivano in corrispondenza di determinati stimoli e comportamenti. […] La neuroeconomia ha pochi anni di vita, ma conta personaggi come Vernon Smith, premio Nobel per l’economia del 2002, e società di consulenza (Claudia Di Giorgio, Repubblica, 28 giugno 2004, Affari & Finanza, p. 14) • La neuroeconomia sostiene che le decisioni di acquisto sono emotive e il risparmio c’entra poco. Anzi, la spesa «è fondata più sul principio della minimizzazione dello sforzo che su quello della massimizzazione dell’utilità. L’homo non è “oeconomicus”, è “piger”. Per esempio» chiede [Matteo] Motterlini, «vi è mai capitato di entrare in un negozio di jeans, provarne 20 e uscire senza comprarne uno? Sì? Eccesso di offerta. I saldi spazzano via la perplessità: troppa scelta crea confusione. Quando il prezzo scende e ci sono meno opzioni, si decide facilmente». (Roselina Salemi, Stampa, 12 gennaio 2007, p. 24, Cronache Italiane).
Dall’ingl. neuroeconomics.