nervoso
nervóso agg. [dal lat. nervosus «muscoloso, vigoroso», der. di nervus: v. nervo]. – 1. a. Che è proprio dei nervi o si riferisce ai nervi. In anatomia: sistema n., complesso di organi che, collegando le varie parti dell’organismo e coordinandone le attività, ha la funzione fondamentale di mettere l’organismo in grado di ricevere stimoli dal mondo esterno e di reagire; si distingue in sistema n. centrale, che comprende l’encefalo e il midollo spinale; sistema n. periferico, costituito da cordoni di fibre nervose che uniscono le porzioni assili del sistema centrale ai differenti organî, e da formazioni cellulari nodulari, o ganglî, associate alle anzidette porzioni; e sistema nervoso vegetativo o sistema neurovegetativo, che regola le funzioni della vita vegetativa e i fenomeni ad essa inerenti. Tessuto n., il tessuto organico di cui sono formati i varî organi del sistema, costituito essenzialmente di cellule n. e di cellule di nevroglia (v.); le cellule nervose sono costituite da un corpo, indicato col termine di pirenoforo, e da una serie di prolungamenti, i dendriti e l’assone (detto anche neurite o cilindrasse), che ne rappresentano l’elemento morfologico e strutturale caratteristico; fibre n., le prosecuzioni dei neuriti delle cellule nervose, che, a una certa distanza dall’origine, si rivestono di guaine proprie (guaina mielinica e neurilemma). b. In medicina, con riferimento a fatti patologici che compromettono organicamente e funzionalmente il sistema, si parla in genere di alterazioni, infiammazioni, malformazioni, displasie, ecc. del sistema n.; hanno invece uso meno specifico espressioni, anche molto com., come irritazione n., tensione n., malattie n., esaurimento n., non riferite propriamente ai nervi come elementi anatomici, ma a particolari condizioni psichiche o mentali, o addirittura a stati dell’umore. Analogam., nel linguaggio com. e fam., avere uno scatto n. o degli scatti n.; avere un tic n., essere pieno di tic nervosi (v. tic). c. Con riferimento a persona, che ha i nervi facilmente eccitabili, che si trova in uno stato di irritabilità, come condizione abituale e patologica, o in conseguenza di cause particolari, talora anche senza una apparente motivazione: è un tipo n.; ha (o è) un carattere, un temperamento n.; la trovo sempre molto n.; sei n., oggi (o ti vedo n., ti trovo n.); mi sento tremendamente n.; diventa n. per un niente; quest’attesa mi rende nervoso. Per estens., di persona che negli atti esterni rivela l’inquietudine interna, oppure uno stato ansioso, teso, impaziente: càlmati un po’, mettiti a sedere, non essere così n.; e degli atti stessi, dei movimenti: camminava con passi n.; ad un tratto incominciò a ridere, d’un riso n. e irrefrenabile (Moravia). Con altro senso, in contrapp. a calmo, tranquillo e sim.: avere una guida n. (cioè un modo di guidare l’auto); dipingere con pennellate rapide e n.; due righe di saluto vergate con una scrittura nervosa. 2. a. Del corpo o di una sua parte, muscoloso e asciutto, privo di adipe, e nello stesso tempo agile, vigoroso: una figura n.; braccia, gambe n., un collo forte e n.; mani n., dita n., non solo asciutte, ma anche irrequiete, che si muovono con gesti brevi e rapidi, o impazienti: tremavano le sue piccole mani n. e tormentavano i fascicoli del romanzo, il gomitolo, il ricamo (Di Giacomo); cominciò a svestirsi con le dita n., per mettersi a letto (Pirandello). Anche di animali: un cavallo, un cane dalle gambe lunghe e nervose. b. Della carne macellata, ricca di nervi, cioè di parti fibrose: è troppo n. questa fettina, non mi riesce di masticarla. c. Di organi vegetali, che presentano molte nervature; in partic., di foglia che ha i nervi più o meno sporgenti: le foglie della begonia sono fortemente nervose. d. Di materiali varî, che hanno abbondanti costole e rilievi, e perciò, in genere, forti, resistenti. e. fig. Del linguaggio e dello stile (anche nella pittura e scultura), vigoroso, efficace, e insieme rapido, incisivo, essenziale: una prosa n.; periodi spezzati, n.; un disegno n., dai contorni n.; di niuno scrittore prendeva più gusto che di Tacito, spesso rileggendolo nella n. traduzione di Bernardo Davanzati (Giordani); quello stile n. di cui si era perduta la memoria (De Sanctis). f. In enologia, detto di un vino dal carattere equilibrato e morbido, ma insieme vivace e sapido. 3. Con uso di s. m., nel linguaggio fam., irritazione di nervi, manifestazione di nervosismo (sempre con riferimento a persona singola): hai il n. oggi, che non ti si può parlare?; smettila, che mi fai venire il n.; con le sue arie di superuomo mi dà un n. che non ti dico; ogni tanto diceva qualche parolaccia, per scaricare il nervoso. ◆ Dim. nervosétto, un po’ (o un po’ troppo) nervoso, per lo più in frasi scherz. o iron.: sei nervosetto oggi, o mi pare?; che tipo nervosetto, la nuova direttrice! ◆ Avv. nervosaménte, con nervosismo, manifestando irritazione, stizza, impazienza: parlare, gesticolare, camminare, fumare nervosamente; batteva nervosamente (con) le dita sul tavolo, o (con) il piede sul pavimento.