nequizia
nequìzia s. f. [dal lat. nequitia, der. di nequam, agg. indecl., «dappoco, tristo, dissoluto»], letter. – Malvagità, iniquità: n. d’animo; dare prova di n.; poniamo ora che veramente ella sia esposta, per la n. della madre e di quell’altra canaglia, a un pericolo gravissimo (Pirandello). In senso concr., azione malvagia: commettere n.; non si puote Torcer già mai ad alcuna n. (Dante); Su le tue pagine Scolpisci, o storia, Le altrui nequizie E la sua [di Venezia] gloria (Fusinato). Ant., irritazione sorda, rabbia interna: Fra Michele si consumava di n., veggendo i modi fecciosi della moglie d’Ugolino (Sacchetti).