neoteroi
neòteroi s. m. pl. [traslitt. del gr. νεώτεροι «più giovani», compar. di νέος «nuovo, giovane»] (talvolta adattato in neòteri). – Nella letteratura latina, nome usato per la prima volta da Cicerone (con l’altro equivalente di poetae novi) per indicare i poeti della sua età (tra i quali in primo luogo Catullo) che, imitando gli alessandrini, si atteggiavano a innovatori, prediligendo nelle loro composizioni gli argomenti mitologici (carmina docta) o lievi e sottili fantasie (nugae), e sempre ricercando eleganza di espressione e raffinatezza di forme metriche. L’espressione è usata talora in senso estens. per indicare nuove correnti letterarie, spec. con riferimento a poeti contemporanei che, chiusi nell’àmbito di una scuola, abbiano notevolmente contribuito, come gruppo, al rinnovamento del linguaggio poetico.