neodemocristiano
agg. Che rinnova, perpetuandoli, i metodi e le logiche della politica democristiana. ◆ All’ombra di [Silvio] Berlusconi, cioè di un premier che teme l’ultimo assalto giustizialista, stavolta micidiale a causa del raccordo internazionale dei suoi nemici, [Umberto] Bossi lavora per ipotecare il futuro. Cioè per uccidere in culla il tentativo di trasformare la maggioranza di centro-destra in un grande agglomerato moderato, centrista. Qualcuno direbbe «neodemocristiano». (Stefano Folli, Corriere della sera, 10 dicembre 2001, p. 11, Politica) • con ogni probabilità i nuovi equilibri lascerebbero fuori [Gianfranco] Fini; [Marco] Follini invece entrerebbe come una forza importante nel nuovo centro neodemocristiano. (Gianfranco Morra, Libero, 11 luglio 2004, p. 4, Anzitutto) • Giuliano Ferrara (ancora lui) ha denunciato, dopo le recenti elezioni, l’indebolirsi della presenza dei cattolici e degli esponenti vicini alla Chiesa: nell’attuale governo e nei posti-chiave dei principali partiti. Conseguenza implicita della scelta della Chiesa di non scegliere. Di non schierarsi apertamente. E, semmai, di appoggiare l’Udc di [Pier Ferdinando] Casini e di [Savino] Pezzotta. Coltivando una tentazione neodemocristiana. Una critica esplicita alla strategia «extraparlamentare» di [Camillo] Ruini. (Ilvo Diamanti, Repubblica, 23 giugno 2008, p. 1, Prima pagina).
Composto dal confisso neo- aggiunto all’agg. democristiano.
Già attestato nel Corriere della sera del 10 ottobre 1992, p. 9, Politica (G. St.).