underdog s. f. e m. Chi, partecipando da sfavorito a una competizione, sportiva o extrasportiva (per es., elezioni politiche), riesce a sovvertire i pronostici. | Persona svantaggiata. ◆ Perché Truman ha vinto? Questa la domanda che molti si pongono di fronte alla sconfitta del grande favorito [il repubblicano Thomas Edmund Dewey] e del trionfo dell'uomo partito con lo sfavore di tutti i pronostici. Forse è una questione di personalità. Forse gli esperti non hanno tenuto nella dovuta considerazione il fascino personale del Presidente. Forse il pubblico americano ha preso per istinto le parti di chi appariva perdente, dell'«underdog», per dirla in termini sportivi. Forse, al comune cittadino ha fatto impressione il formidabile cambiamento di Truman, che è divenuto quasi all'improvviso un magnifico lottatore negli ultimi quindici giorni di campagna elettorale. (Edoardo Depuri, Stampa, 4 novembre 1948, Prima pagina) • La gente, qui, assai spesso, è disposta a dirvi quel che pensa – e anche se ne pensa malissimo – di Franco, della Falange, della Guardia Civil con la più grande disinvoltura, rischiando considerevoli fastidi: parlo del funzionario, del professionista, dell'intellettuale e del più bastonato underdog proletario, tutti ansiosi di provarvi che non è ancora nato quello capace di impedirgli di esprimere un'opinione su chi che sia. (S. Villani, Corriere della sera, 13 novembre 1958, p. 7) • Eppure nella noia mortale di questa stagione politica si può immaginare una bellissima storia americana: quello che conduceva la corsa in testa, divenuto underdog perché ha peccato, risorge dalle ceneri e dà battaglia vincendo. A questo scenario manca solo il particolare del grande pentimento, del mea culpa, dell'atto di sincera contrizione, dell'umiliarsi al cospetto della nazione. Quello che Hart, sia detto a suo onore, si è rifiutato di fare nel maggio scorso. (Rodolfo Brancoli, Repubblica, 22 agosto 1987, p. 10, Politica estera) • Sono la prima donna incaricata come presidente del Consiglio dei ministri nella storia d’Italia, provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, per semplificare, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. (Giorgia Meloni, 25 ottobre 2022, dall'intervento in qualità di presidente del Consiglio alla Camera dei deputati per la fiducia al governo; dal sito di Repubblica.it) • E poi l’underdog. L’underdog non è un concetto italiano tanto è vero che Giorgia Meloni lo ha tradotto perché lei parla un buon inglese coltivato sui sacri testi di J.R.R. Tolkien, signore degli anelli, terre di mezzo, orde di orchi stranieri, e lei ha spiegato di essere una underdog, parola che in inglese vuol dire sfigato, quello su cui non scommetteresti ma che poi si rivela, come il brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen o la Piperita Patty di Charlie Brown. L’hanno guardata tutti come l’underdog con quella fedina ideologica che ti porti dietro. (Paolo Guzzanti, Riformista.it, 27 ottobre 2022) • [tit.] Le donne dell’underdog / diventata regina [catenaccio] Giorgia, la nuova eroa per antonomasia, può chiamare le altre gloriose per / nome, familiarmente, come fossero parenti o ancelle, utili a prepararle il destino. (Manifesto.it, 27 ottobre 2022, Commenti) • [tit.] Coppa Davis 2022: Italia da favorita ad underdog. Ora / nessuno scommette sugli azzurri, ma… (Oasport.it, 20 novembre 2022, Tennis).
Voce ingl. (‘perdente o pronosticato come tale’; ‘vittima di ingiustizie e persecuzioni’).