sensitivity reading (sensitive reading) loc. s.le m. inv. Nell’editoria, in particolare quella statunitense, tipo di editing che, all’interno di un testo destinato alla pubblicazione, ha il compito di individuare parole, frasi e concetti ritenuti offensivi e lesivi della sensibilità e della cultura di chi legge, in particolare di chi appartiene o è considerato appartenere a comunità di minoranza. ♦ [tit.] Sensitivity reading, per non offendere nessuno. (Iodonna.it, 15 novembre 2022, Costume e società) • Alcuni autori hanno accolto la diffusione del “sensitivity reading” con critiche e dubbi, come se si trattasse di una minaccia alla libertà d’espressione o una sorta di censura. Francine Prose, sulle pagine della New York Review of Books, si è chiesta se sia giusto dire addio a Madame Bovary, dato che a Flaubert mancava «l’esperienza di una casalinga inquieta», oppure a Otello perché «Shakespeare non era nero». (Alessandro Leone, Espresso.it, 21 novembre 2022, Il mestiere di scrivere) • L’effettiva opportunità di questo lavoro di sensitivity reading, in un mondo in cui ragazzini di ogni età sono allo sbando di fronte all’espressione della più cruda violenza, deve tener conto di come il mondo si sta trasformando: proprio in queste settimane orde di ragazzini fin dalla scuola media impazziscono per la nuova serie tutta italiana, Mare fuori (16+), in cui ogni tre scene si sta con una lama alla gola, si inscenano tre tipologie diverse di stupro, si mitizza un piccolo camorrista il cui tatuaggio è subito espressione di marketing e appare sul pugno dei piccoli spettatori. (Simone Nebbia, Teatroecritica.net, 27 febbraio 2023, Idee) • Magari domani gli daranno il Nobel, pensavo un attimo prima di accingermi a leggere un pubblico discorso che Ian McEwan ha tenuto ieri a Parigi, durante il quale si è scagliato contro la pratica del sensitive reading. Si tratta di un particolare tipo di editing, ormai assodato negli Usa e da poco sbarcato nel Regno Unito, che analizza ogni manoscritto alla ricerca di passi che possano risultare offensivi o irritanti per il pubblico, allo scopo di smorzarli o alla peggio espungerli. “È un’isteria di massa, un panico morale”, ha dichiarato McEwan, facendo l’esempio di uno scrittore che ha stabilito di non parlare mai di desiderio sessuale maschile per non traumatizzare il pubblico femminile. (Antonio Gurrado, Foglio.it, 4 ottobre 2023, Bandiera bianca).
Espressione ingl. ‘lettura attenta a non urtare la sensibilità [di chi legge]’ (letteralmente ‘lettura’ [reading] di ‘sensibilità’ [sensitivity] o ‘sensibile’ [sensitive]).