misinformazione s. f. Informazione non accurata, inattendibile, i cui contenuti, diffusi frettolosamente, rischiano di essere accettati come veritieri perché difficili o impossibili da verificare. ◆ [tit.] Facebook, un altro ex / manager contro il / social network: "Sta / facendo a pezzi la / nostra società, è solo / misinformazione". (Repubblica.it, 12 dicembre 2017, Tecnologia) • A questo proposito, qualcuno distingue fra disinformazione e misinformazione. La prima è l’attività di chi scientemente costruisce una storia falsa per raggiungere uno scopo. La seconda è l’attività di chi, ad esempio, condivide, o re-twitta, una notizia senza la consapevolezza dolosa di manipolare l’opinione pubblica: è un comportamento, per così dire, “leggero”. Tale distinzione ovviamente complica tutto, perché entra in gioco la differenza fra dolo e colpa, ponendo la questione preliminare di quale sia il livello di diligenza che si può pretendere da chi accede alla piattaforma e veicola il messaggio. (Giuditta Matucci, Rivista AIC - Associazione Italiana dei Costituzionalisti, 30 marzo 2018, n° 1/2018, p. 11) • Sono quelli che in piena pandemia hanno avuto la responsabilità non solo di provocare un collasso della comunicazione ma di precipitare l'opinione pubblica nell'incertezza, nel disorientamento, nella misinformazione. Che è cosa peggiore della disinformazione: quest'ultima sottrae o nasconde notizie all'opinione pubblica, mentre la misinformazione dà l'illusione di sapere ma pone l'utente finale nella condizione di non poter verificare l'attendibilità o la veridicità delle informazioni che gli vengono trasmesse. Il carosello informativo sulle mascherine (sì, no, così, cosà, queste sì, queste chissà...) o su AstraZeneca (solo sotto i 50, mai sopra i 65, no solo sopra i 65...) sono solo due degli infiniti esempi di una misinformazione che ha gettato tutti nella confusione e nella sfiducia. (Gianni Canova, Corriere della sera, 13 maggio 2021, p. 8, Primo piano) • Senza contare poi che applicare la voce di un’altra persona a un video può avere risvolti problematici, e favorire la veicolazione di contenuti falsi o più correttamente di misinformazione. Secondo questa definizione chi viene a contatto con un contenuto di questo tipo non è necessariamente in grado di comprenderne la falsità, che sia un video, un’immagine o un audio, e finisce per amplificare involontariamente un messaggio non autentico. In questa categoria ricadono spesso anche gli operatori dell’informazione che, soprattutto durante la copertura di notizie in tempo reale, non verificano accuratamente le fonti delle informazioni trovate sui social media contribuendo così a loro volta al disordine informativo. (Laura Carrer, Wired.it, 28 ottobre 2022).
Adattamento della voce ingl. misinformation, che, come segnala Licia Corbolante nel suo blog Terminologia etc., è stata scelta dal sito Dictionary.com come parola dell’anno del 2018, nell’accezione di «false information that is spread, regardless of whether there is intent to mislead»: una parola non numerabile, in ingl., che corrisponderebbe a un plurale it.: ‘informazioni false che vengono diffuse, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno l'intento di ingannare’. Già attestato in it. nel 1970, secondo lo Zingarelli 2023.