maschiocentrico (maschio-centrico) agg. In senso ironico o polemico, che è caratterizzato dalla centralità della figura maschile. ◆ «Tra tutti i fattori che sono serviti a perpetuare la società maschiocentrica, ostacolando il libero sviluppo delle donne come esseri umani nel mondo occidentale di oggi, il più grave è stato senza dubbio l'affermarsi della psicoanalisi freudiana». Per Eva Figes, l'autrice inglese di origine tedesca de "Il posto della donna nella società degli uomini" (Feltrinelli), la psicanalisi è un'alleata del conformismo, non aiuta ad esaminare ed a mutare la situazione che ha determinato la nevrosi (se la nevrosi, sottoprodotto sgradevole ma inevitabile della civiltà, miete di preferenza le sue vittime tra il sesso femminile, non è forse perché la donna quasi non possiede un Super-io e così non riesce mai a rinunciare alle istanze istintuali?), ma a scavarsi nell'intimo finché non ci si allinea con la situazione e le sue imposte rinunce. (Lucia Sollazzo, Stampa, 15 gennaio 1971, p. 13, La casa, la moda, il costume) • Fino a pochi anni fa la 'ndrangheta aveva tenuto completamente in disparte le donne. L'universo mafioso, maschiocentrico per eccellenza, esentava la donna da qualsiasi titolarità di diritti-doveri. Nascere femmina in una famiglia mafiosa era considerata una sfortuna ancora di più che in una famiglia non mafiosa: l'esigenza di avere figli maschi era infatti d'importanza vitale per gli appartenenti alla 'ndrangheta sia per aumentare la potenza fisica della famiglia che per garantirne la perpetuazione. Cosi le donne, figlie e moglie, venivano relegate in ruoli del tutto secondari anche se di una certa importanza. (G.[ianfranco] Manfredi, Unità, 4 giugno 1980, p. 11, Le regioni) • E poi bruciano ancora quelle dichiarazioni sulla Bonino come appendice di qualcuno, sempre e comunque un uomo, la sua vicinanza politica al Cavaliere come segreto del suo successo. L'ex commissaria ironizza: "Nella visione maschiocentrica di Berlusconi il mio destino era ed è di essere una protesi". (Silvio Buzzanca, Repubblica, 5 marzo 2000, p. 8, Politica interna) • Al giornalista che ricorda come la polizia abbia in passato coltivato la sua immagine maschiocentrica, Maes risponde che la polizia belga è molto cambiata. Soprattutto dopo il caso Dutroux. Da ricordare: nel 1996, a Marcinelle, nella casa di Marc Dutroux, elettricista pedofilo, è stato scoperto un sotterraneo con dentro due cadaveri di bambine stuprate, seviziate e lasciate morire di fame. (Dacia Maraini, Corriere della sera, 13 marzo 2012, p. 41, Il sale sulla coda) • Peccato che una letteratura tanto maschiocentrica diffonda nell’aria un po’ troppi ormoni per i gusti di Candace Bushnell, autrice di Sex and the City, paladina della chick-lit e, inevitabilmente, supervillain arcinemica di Lethem e Chabon: i quali si troveranno così a dover fronteggiare la sua terribile arma finale, che cambierà profondamente la loro visione della letteratura e le loro, ehm, tendenze personali. (Libraio.it, 24 giugno 2015, Narrativa) • Scarsa considerazione, un sistema di riferimento maschio-centrico e condizioni precarie delle strutture. È questa la situazione delle carceri femminili in Italia. Le donne rappresentano solo il 4,2% dei detenuti in totale (2402 su 58.163), secondo i dati forniti dall’Associazione Antigone, che si occupa di tutela dei diritti nel sistema penale. I numeri sono stabili dagli anni 90, con piccoli oscillamenti che vanno da un massimo del 5,43% nel 1992 a un minimo del 3,83% nel 1998. (Pietro Mecarozzi, Linkiesta.it, 13 gennaio 2022, Italia).
Composto dall’agg. e s. m. maschio con l’aggiunta del confisso -centrico.