gaslighting s. m. inv. Forma di manipolazione psicologica, a volte protratta a lungo, che consiste nell’indurre una o più persone a mettere in dubbio perfino la validità dei propri pensieri e della propria percezione della realtà, con conseguente perdita di autostima e di stabilità mentale. | Per estensione, grossolano inganno perpetrato ai danni di qualcuno, allo scopo di trarne un vantaggio personale. ◆ La scena ben descrive il fenomeno del gaslighting, definito come una serie di comportamenti manipolatori – come fornire false informazioni o negare ciò che si è appena affermato – volontariamente attivati per minare la fiducia di base della vittima, la cui memoria e giudizi di realtà saranno sconvolti con grave pregiudizio per l’equilibrio mentale. L’etimo sorge da un altro film, Gaslight del 1944, opera del regista americano George Cukor: il titolo si riferisce al costante, lieve affievolimento delle luci a gas da parte di un marito, interpretato da Charles Boyer, che malignamente nega l’evidenza del fenomeno di fronte alla sua progressivamente confusa e sconvolta coniuge (Ingrid Bergman, che per il ruolo vinse il premio Oscar). (Nicola Boccola, Treccani.it, 7 marzo 2017, Atlante) • La parola descrive insomma inganni che fanno parte di un piano ampio. A differenza della parola “bugia” o “menzogna”, che tende ad essere applicata in una relazione tra individui, o della parola “frode”, che tende a coinvolgere organizzazioni, il “gaslighting” si applica sia in contesti personali che politici. In questo suo uso, la parola è dunque familiare ad altri termini relativi a forme moderne di inganno e manipolazione, come “fake news” e “deepfake”. (Post.it, 30 novembre 2022, Cultura) • Per gli americani la parola del 2022 (ricerche aumentate del 1.740 per cento sul loro sito) è «gaslighting», almeno al momento intraducibile, che Stancanelli spiega ricorrendo a un esempio: «È quella pratica per cui tu scoppi a ridere quando ti dicono che è la nipote di Mubarak, ma poiché una schiera compatta lo afferma con sicurezza e ripetutamente, tutti cominciano pian piano a fissarti con imbarazzo e tu smetti di ridere, poi taci e alla fine ti convinci che sì, forse è la nipote di Mubarak». In altri termini, indica «la sfiducia nei confronti della realtà e una inspiegabile facilità a gettarsi tra le braccia del complotto e del fittizio». (Umberto Folena, Avvenire.it, 8 dicembre 2022, Press Party) • Perché non ci accorgiamo di essere vittime di gaslighting? Spesso è dovuto al fatto che si tratta di una manipolazione graduale e sistematica che passa inosservata, che avviene lentamente, ma che provoca conseguenze psicologiche rilevanti. (Ansa.it, 19 dicembre 2022, Società e diritti) • Cos’è quindi il gaslighting? Oggi è riconosciuto come un tipo di abuso nelle relazioni finalizzato a manipolare la realtà della vittima, confondendola e privandola della fiducia in sé stessa e nelle sue capacità cognitive, fino a dubitare delle proprie facoltà mentali. Potremmo tradurre gaslighting come “asservimento” o “schiavitù percettiva”. Chi la subisce è quasi sempre una donna, e questo fa rientrare il fenomeno del gaslighting nello schema della violenza di genere. (Danila Giancipoli, Sole24Ore.com, 16 ottobre 2023, Alley Oop).
Voce ingl. formata a partire dalla loc. gas light (con l’aggiunta del suffisso nominale o verbale -ing) ‘luce, illuminazione a gas’. La costruzione del nuovo significato intorno al doppio nucleo lessicale partirebbe da Gas light, titolo di un’opera teatrale del 1938 di Patrick Hamilton, drammaturgo e romanziere inglese (1904-1962), ambientata a Londra in epoca vittoriana. Nel testo si racconta un matrimonio borghese, ipocrita e pieno di inganni. Jack Manningham, il protagonista, cerca di convincere la moglie Bella che lei sta impazzendo. L’uomo afferma, tra l’altro, che l’affievolirsi costante delle luci a gas della loro casa è soltanto un parto dell’immaginazione della donna. Il film del 1944 Gaslight di George Cukor rilancia la fortuna del legame tra luci a gas e comportamenti manipolatori.
Nella pubblicistica in lingua inglese, per un’attestazione tecnicistica della parola, va citato l’articolo The Gas-Light phenomenon di R. Barton e J.A. Whitehead, comparso nella rivista «Mental Health», 21 giugno 1969.