enshittification s. f. inv. In senso fortemente spreg. e con particolare riferimento alle piattaforme on line, il progressivo peggioramento della qualità dei servizi e dei prodotti forniti agli utenti, provocato dalla scelta di privilegiare esclusivamente i propri interessi commerciali. ♦ Doctorow [Cory D., scrittore e giornalista] fa un esempio che ognuno può verificare da sé. Cercando su Amazon “letti per gatti” si ottengono dapprima risultati sponsorizzati, ovvero quelli dei venditori che hanno pagato appositamente per apparire tra i primi. Poi ci sono i prodotti che Amazon ha copiato, omettendo di fatturare a sé stessa il 45% del prezzo di vendita che richiede agli altri venditori. Questo mette in difficoltà i venditori (fino a farli fallire, dice il giornalista canadese) ed è parte del processo a spirale che conduce all’enshittification: prima i venditori vengono coccolati, poi messi in difficoltà fino ad accusare il colpo dal punto di vista economico-finanziario. Questo atteggiamento può essere esteso ai singoli utenti e non soltanto a venditori e inserzionisti. (Giuditta Mosca, Giornale.it, 27 gennaio 2023, Entertainment e servizi) • Questa crisi del settore ha spinto alcune aziende a cambiare modello di business, alterando il rapporto ormai decennale instaurato con gli utenti, ma è stata allo stesso tempo causata da una tendenza comune tra le grandi aziende tecnologiche più affermate a voler cominciare a riscuotere grandi guadagni da servizi che hanno avuto successo come aperti e gratuiti, in un progressivo peggioramento dell’esperienza di chi ne fruisce gratuitamente. Lo scorso gennaio il giornalista e romanziere canadese-britannico Cory Doctorow ha analizzato questo fenomeno nel suo blog, dandogli un nome che da allora si è diffuso: enshittification, traducibile in italiano con “andare in merda” o “immerdamento”. Il termine enshittification indica l’insieme di decisioni che porta una piattaforma di successo a diventare progressivamente meno piacevole e utilizzabile per i suoi utenti, fino a entrare in crisi. (Post.it, 3 agosto 2023, Internet) • Diventata popolare con la pandemia, era una piattaforma per videochiamate semplice da usare, gratuita, affidabile, oggi è un esempio di quella che Doctorow chiama “enshittification”. Non esiste una traduzione italiana passabile, chi propone “merdificazione”, chi “andare in merda”, ma il fenomeno nella sua evoluzione è chiaro: “All’inizio l'azienda si comporta bene con i suoi utenti finali e così li lega ai suoi servizi. Poi inizia a peggiorare l’esperienza per gli utenti e dare la preferenza ai clienti commerciali. Una volta che si è assicurata anche la loro fedeltà, comincia a soddisfare solo gli interessi dei suoi azionisti, lasciando quello che serve perché utenti e clienti commerciali rimangano legati a servizi di cui non possono più fare a meno”, spiega Doctorow. (Bruno Ruffilli, Repubblica.it, 23 aprile 2024, ItalianTech) • [tit.] Enshittification, il neologismo per descrivere la «morte» delle piattaforme digitali (e anche come molti di noi si sentono) [sommario] Il giornalista e scrittore canadese Cory Doctorow ha coniato un termine per spiegare come muoiono le piattaforme digitali. «Enshittification»: la parola che secondo i linguisti è efficace anche per descrive «come molti di noi si sentono» in quest’era storica. (Corriere della sera.it, 2 dicembre 2024, LOGIN:).
Voce ingl. Si tratta di un parasinteto verbale, cioè di un verbo formato con la contemporanea affissione di un prefisso (en- ‘in’) e un suffisso (-ification ‘-ificazione’) al corpo della parola volg. shit (‘merda’). La parola è stata coniata dal giornalista e attivista Cory Doctorow, nato a Toronto (Canada) nel 1971, in un articolo pubblicato nel suo blog "Boing Boing" nel gennaio 2023 e in seguito è stata ripresa dalla rivista «Wired». Scelta come parola del 2024 dal Macquarie Dictionary, il dizionario nazionale australiano.