digiuno intermittente loc. s.le m. Programma di pianificazione dei pasti caratterizzato da fasi cicliche di digiuno volontario o di riduzione dell'apporto calorico. ◆ [tit.] La moda del digiuno intermittente. / L'ultima tendenza in materia di diete [sommario] Nel Regno Unito Fast diet è tra i bestseller di Amazon. Un manuale per perdere peso punta su uno schema che prevede / 2 giornate a 'stecchetto' e 5 dove mangiare in modo abbondante. Altri studi libri consigliano questa pratica. Ma gli / esperti mettono in guardia: "Occorre fare attenzione". (Repubblica.it, 28 marzo 2013, Salute) • Eliana Liotta è ospite domani alla prima giornata degli UniBsDay insieme allo chef Andrea Mainardi. L’incontro, dal titolo «Imparare a nutrirsi per avere più tempo», si tiene alle 17.30 a Palazzo Martinengo Palatini di piazza Mercato ed è introdotto dal professor Luigi Fontana della Statale di Brescia, che ha evidenziato gli effetti salutari del digiuno intermittente. (Corriere della sera, 12 maggio 2016, p. 10, Cultura & Tempo libero) • La dieta 5:2 prevede che per cinque giorni alla settimana si possa mangiare assumendo tutti gli alimenti, senza eccezioni. Il periodo deve essere inframezzato da due giornate (tra loro non consecutive) in cui l'approvvigionamento energetico non deve essere superiore a un quarto di quello abituale: ovvero tra 500 e 600 chilocalorie (200-250 a colazione e 300-350 a cena). Si parla anche di dieta del digiuno intermittente quando si concentra l'assunzione di alimenti in un periodo variabile tra 6 e 8 ore (schema 16/8). (Fabio Di Todaro, Fondazione Veronesi.it, 8 gennaio 2020, Alimentazione) • Un regime alimentare ipocalorico, basato sulla dieta mediterranea, rappresenta oggi il migliore modello di dieta per le persone in sovrappeso od obese. È la conclusione raggiunta dal Tavolo tecnico per la sicurezza nutrizionale del ministero della Salute, in un documento che valuta l'efficacia del digiuno intermittente per dimagrire. (Ansa.it, 20 luglio 2022, Cibo & Salute) • In queste settimane molti giornali e programmi televisivi hanno parlato, spesso impropriamente, di digiuno intermittente. Poiché pare che tutto sia nato da una frase del mio ultimo libro in cui racconto che pratico una forma di digiuno con regolarità, credo sia necessario a questo punto che io approfondisca l’argomento e fornisca le basi scientifiche di questa pratica che riscuote così tanti consensi e dissensi. (Antonella Viola, Stampa, 15 maggio 2023, Alimentazione e scienza) • Con il termine digiuno intermittente si indicano diverse tipologie di interventi nutrizionali che si ispirano “liberamente” al concetto di digiuno, ovvero la totale astensione dal cibo, e qualsivoglia assunzione calorica, protratta nel tempo. Così si distingue un digiuno vero e proprio (o prolungato) quando si superano le 48 ore di astensione, e un digiuno intermittente, quando gli intervalli sono minori. In particolare, quest’ultimo si divide in tre categorie principali: il digiuno a giorni alterni (o alternate day fasting, ADF); il digiuno per due giorni a settimana, consecutivi o meno, (anche noto come la dieta 5:2) e l’alimentazione ristretta nel tempo (o TRE, Time Restricted Eating), che implica l’assunzione dell’intero apporto calorico quotidiano in una finestra ristretta della giornata (dalle 10 ore con 14 ore di digiuno, alle più impegnative 4 ore, con 20 ore di digiuno). Ma le differenze non finiscono qui; la TRE può riferirsi ad un intervallo preciso di tempo in cui alimentarsi, come la mattina o il pomeriggio, oppure lasciare libera scelta alla persona. Esistono poi versioni di interventi dove, nella finestra di digiuno, si prescrive comunque un minimo apporto calorico (dalle 400 alle 800 kcal). (Camilla Orlandini, Scienzainrete.it, 16 maggio 2023, Articolo).
Composto dal s. m. digiuno e dall’agg. intermittente, sul modello dell’ingl. intermittent fasting.