biorisanamento s. m. Tecnologia che impiega l’azione di organismi naturali o modificati geneticamente, capaci di neutralizzare le sostanze inquinanti o di trasformarle in altre non nocive attraverso processi aerobici o anaerobici, al fine di ripristinare la condizioni ambientali originali. ♦ La recente approvazione da parte del governo delle direttive europee in materia di biotecnologie è stata accompagnata da non poche polemiche da parte dei Verdi, contrari alla brevettazione e alla esportazione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati. Polemiche a parte, le tecnologie del biorisanamento ambientale sono comunque destinate a un significativo sviluppo, legato in particolar modo alla lista sempre più lunga delle nazioni che le stanno adottando, il cui effetto sarà quello di una inevitabile ricaduta sui mercati nei prossimi anni. (Barbara Paltrinieri, Unità, 23 luglio 1999, EU, p. 2, ecologia & territorio) • Quattro i filoni di studio, uno dei quali riguarda la capacità dei funghi di segnalare la presenza di inquinanti e addirittura di bonificare gli ambienti che li contengono: funghi capaci di operare meglio delle aziende che trattano rifiuti tossico-nocivi, visto che costano assai meno e fanno parte della natura; i ricercatori torinesi stanno studiando la loro capacità di «biorisanamento», cioè di distruggere nel terreno derivati del petrolio, coloranti, persino la plastica e sostanze simili a quelle delle aree contaminate dall'Ipca di Ciriè o dall'Acna di Cengio. (g. fav., Stampa, 26 ottobre 2003, p. 37, Torino e Provincia) • All'Università di Yale hanno scoperto un fungo della foresta pluviale ecuadoriana, il Pestalotiopis microspora, che sopravvive in condizioni anaerobiche sul poliuretano, nutrendosene fino a decomporlo. Materiale diffuso in materassi, frigoriferi, giocattoli, versatile ed economico, il poliuretano è anche noto per la non riciclabilità. Fino ad ora. Nei laboratori americani è già stato isolato, infatti, l'enzima che consente al fungo di eliminarlo, ed è possibile che questa molecola da sola basti a innestare un processo di biorisanamento. (Cristina Pellecchia [a c. di], Corriere della sera, 6 febbraio 2012, CorrierEconomia, p. 31, Persone, reti e consumi) • Isolato nella laguna di Venezia nel 1996, l’‘Acinetobacter venetianus VE-C3’ è un batterio marino che vive nelle acque inquinate e ha sviluppato la capacità di metabolizzare composti come gli idrocarburi rendendoli meno dannosi per l'ambiente; tale processo, quando sfruttato dall'uomo viene chiamato ‘biorisanamento’. (Scienze.it, 18 giugno 2013, News) • Questo enzima [fosfotriesterasi] è risultato essere potenzialmente fruibile nel campo del biorisanamento ambientale in quanto in grado di mettere in atto reazioni chimiche che portano alla degradazione dei pesticidi. (Pasquale Guardascione, Mattino.it, 7 ottobre 2018, Napoli / Cronaca) • Eccone alcune: la Dnd Biotech di Pisa ha messo a punto RoboNova 2.0, un impianto mobile dotato di tutti gli strumenti necessari a identificare e isolare i microrganismi presenti in un terreno e a testare la loro capacità di degradazione degli elementi contaminanti. I microrganismi prelevati dal sito vengono aumentati tramite bioreattori, in laboratorio, e reimmessi nel suolo. In questo modo si aumenta l’efficacia dei processi di biorisanamento, la tecnica di bonifica che sfrutta la capacità dei microrganismi di abbattere i contaminanti, ottimizzando tempi e costi degli interventi. (Repubblica.it, 10 dicembre 2021, Economia) • Il biorisanamento si sta imponendo come strategia vitale e innovativa nel contrasto all’inquinamento da plastica, poiché sfrutta la capacità di specifici batteri, funghi e alghe di assimilare e degradare i polimeri plastici, trasformandoli in composti biodegradabili come anidride carbonica, acqua e biomassa. La ricerca in questo campo ha identificato vari microrganismi con il potenziale di biodegradare diverse tipologie di plastica, dimostrando che il biorisanamento può rappresentare una soluzione sostenibile ed efficace per mitigare l’impatto ambientale dei rifiuti plastici. Nonostante il suo potenziale, il biorisanamento presenta delle sfide e limitazioni significative che necessitano di ulteriori studi e sviluppi tecnologici. (Stefano Cisternino, Treccani.it, 9 febbraio 2024, Atlante).
Composto dal suffisso bio-3 aggiunto al s. m. risanamento. Cfr. ingl. bioremediation e molti altri corrispettivi termini in altre lingue, presenti nelle documentazioni internazionali e della Ue.
Già attestato nel quotidiano «la Repubblica» del 12 novembre 1993, p. 41, Rapporto Ambiente e Industria (Claudia Caputi).