alzare l’asticella loc. v.le 1. Rendere più impegnativo fare qualcosa, spingere qualcuno a raggiungere un obiettivo aumentando il livello di difficoltà del compito, dell’azione, dell’impresa. 2. Per estensione, detto di un’azione o di una persona, essere più ambiziosi, ambire a un risultato più consistente, importante, soddisfacente. ◆ "Appunto. Per effetto di un'incertezza diffusa, e anche di intenti politici: l’obiettivo è accentuare l'immagine di vulnerabilità della nostra economia per enfatizzare i rischi di 'contagio'. È un altro modo di alzare l'asticella. L'obiettivo non è 'tenerci fuori': è non fare la moneta unica". (Fausto Bertinotti, intervistato da Stefano Marroni, Repubblica, 19 febbraio 1997, p. 3) • Dice Beppe Fioroni: «E nelle prossime settimane questo lavoro si intensificherà soprattutto nel centrosud dove andremo ad un vero e proprio corpo a corpo con l'Udeur di Mastella». Certo, ad alzare l'asticella, o forse a porla su un livello realistico, ha provveduto anche stavolta Massimo D'Alema (che a suo tempo parlò di Lista unitaria alle Europee al 38%) e che qualche giorno fa ha indicato quota «un milione» come un traguardo significativo. E un altro ds. Vannino Chiti, dice che «Prodi supererà abbondantemente il 50%». (Fabio Martini, Stampa, 6 settembre 2009, p. 6, Politica) • «Ma un comico è sempre un po’ moralista, c’è poco da fare», ammette [Gene]Gnocchi, «Prova un’insoddisfazione molto acuta verso il presente che vive e, per quanto ricorra al grottesco per dargli un tono e un senso, lo percepisce con un fondo di amarezza e un retrogusto amaro. Così deve essere la comicità». In alcuni casi si ha l’impressione che l’asticella sia stata alzata per esorcizzare il rischio che la realtà la superi: un Hannibal Lecter in attesa dell’immunità parlamentare ricorda incubi recenti… (Valerio Rosa, Unità, 19 gennaio 2012, p. 42, Culture) • Dobbiamo “alzare l’asticella” è un’espressione che inizio a sentire da più parti, per fortuna! L’asticella della dieta culturale di bambini e bambine, di ragazze e ragazzi. Da più parti si sente l’esigenza di presentare ai più giovani lettori anche una letteratura che non teme la complessità, la densità di contenuti, l’eleganza della forma, dato che è nella formulazione delle domande che i racconti sollecitano, che i giovani lettori com-prendono la complessità del mondo, possono indagarla, ipotizzare scenari, trovare l’impulso per andare a significare atti e ricerche. (Francesca Romana Grasso, Libriamoci.it, 15 settembre 2015). • Alzando l'asticella del rischio, le soluzioni per riuscire a ottenere rendimenti reali (al netto dell'inflazione) positivi aumentano. A patto, però, di abbandonare una logica di breve periodo. Per esempio, si potrebbe pensare di investire con gradualità sul mercato azionario, attraverso la formula del Pac (Piano di accumulo del capitale). (Ga. Petr., Corriere della sera, 29 agosto 2022, L'Economia, p. 27).
Composto dal v. alzare, dall’art. determinativo la e da asticella, forma del diminutivo del s. f. asta, nell’accezione di ‘asta lunga e sottile che, nelle gare di salto in alto o con l’asta, si colloca orizzontalmente su due ritti, ad altezza gradualmente aumentabile, e che dev’essere saltata dagli atleti’. Già attestato nel quotidiano "La repubblica" del 15 ottobre 1985, p. 23, Sport (Massimo Bucchi), con una estensione di campo metaforico ancora interna al dominio del lessico sportivo (dal salto in alto al calcio): «La Juve ha chiesto, per tentare il nuovo record, di alzare l'asticella a sessanta punti».