alimentazione complementare a richiesta loc. s.le f. In pediatria, metodo di alimentazione basato sull’accesso libero e graduale al lattante al cibo preparato per la famiglia, sotto il controllo e la supervisione degli adulti; autosvezzamento (sinonimo considerato meno preciso). ◆ “Autosvezzamento” o “alimentazione complementare a richiesta” sono termini che indicano un nuovo modo di introdurre i solidi nell'alimentazione dei bambini, guidandoli attraverso il lento e graduale passaggio da una dieta a base di solo latte materno o artificiale ai cibi solidi. Secondo questo tipo di svezzamento, quindi, dai sei mesi di vita l’alimento principale resta il latte ma il bambino condivide il pasto con i genitori e impara pian piano a conoscere i cibi “degli adulti” assaggiando gli alimenti che sono sulla tavola. (Susanna Esposito risponde a Repubblica.it, 31 maggio 2010, Salute) • L'autosvezzamento (o alimentazione complementare "a richiesta"), come dice la parola stessa, è una alimentazione complementare che rispetta l'innata capacità del bambino di autoregolazione. I genitori hanno il compito di rendere adeguato il cibo a disposizione del bambino, senza seguire rigidi schemi temporali né calendari per l'inserimento dei diversi alimenti. In concreto, quando il bambino, dopo i sei mesi di vita, comincerà a interessarsi al cibo che i genitori mangiano, andrà assecondato: in occasione di qualsiasi pasto potrà liberamente attingere dai cibi presenti a tavola. (OspedaleBambinoGesu.it, 14 dicembre 2022, Il bambino) • I termini svezzamento e autosvezzamento, ampiamente entrati nel linguaggio comune, sono utilizzati dalla maggior parte delle persone per indicare due approcci differenti con cui si introducono cibi diversi dal latte nell’alimentazione del bambino in forma solida, semisolida o liquida. Nell’ultimo periodo, però, i pediatri stanno cercando di sostituire questi termini con alimentazione complementare e alimentazione complementare a richiesta. Perché? «Il termine "svezzamento” fa riferimento all'idea di "staccare il bambino da un vizio” – spiega Alberto Ferrando – ma prendere il latte al seno o al biberon non è certo un vizio. Per allontanarci da questa visione sarebbe meglio parlare di alimentazione complementare per indicare lo svezzamento e alimentazione complementare a richiesta per l’autosvezzamento. Quando si inizia lo svezzamento, infatti, i cibi diversi dal latte vengono introdotti gradualmente nella dieta del bambino, ma il latte materno o artificiale continuerà a fornire una parte significativa dei nutrienti di cui il bambino ha bisogno per crescere sano. Nel parlare comune restano molto utilizzati i termini svezzamento e autosvezzamento, ma è importante conoscerne il significato». (FondazioneVeronesi.it, 23 maggio 2024, Magazine / Pediatria).
Composto dal s. f. alimentazione, dall’agg. complementare e dalla loc. avv.le a richiesta.