nebbia
nébbia s. f. [lat. nĕbŭla]. – 1. Ammasso di goccioline d’acqua aventi diametro di qualche millesimo di millimetro, e quindi leggerissime, che si formano in prossimità del suolo o sopra il mare e i laghi o lungo i fiumi per condensazione di vapor d’acqua, diminuendo in misura più o meno sensibile la visibilità: n. fitta, folta, densa, rada, grigia, ecc.; n. alta, bassa, secondo l’altezza dal suolo; la n. si addensa, si dirada; le montagne eran mezze velate dalla n. (Manzoni); La n. a gl’irti colli Piovigginando sale (Carducci); vedere confusamente come attraverso una n.; banco di n., strato di nebbia piatto e relativamente circoscritto; mare di n., fenomeno che si verifica talora in alta montagna, per cui si ha un addensamento della nebbia al fondo valle, mentre le cime restano scoperte nel cielo sereno. Al plur.: le nebbie del settentrione. In meteorologia si distinguono: nebbia da advezione, che si forma quando una massa d’aria calda e umida viene sospinta su una superficie fredda che provoca la condensazione del vapore acqueo in essa presente (fenomeno comune lungo le coste, quando l’aria proveniente dal mare raggiunge una zona che ha subìto un notevole raffreddamento notturno); e n. da irraggiamento, che si forma nelle notti limpide e calme quando la superficie terrestre si raffredda rapidamente per irraggiamento (tipica delle pianure, soprattutto in inverno); si parla anche di n. da evaporazione, che si produce sopra una superficie d’acqua avente temperatura più elevata dell’aria sovrastante, di n. frontale, che si forma al di sotto della superficie di separazione tra una massa d’aria calda superiore e una fredda inferiore, e di n. di pendio, che si forma quando una massa d’aria relativamente umida subisce un moto ascensionale lungo i versanti di una montagna raffreddandosi adiabaticamente. 2. Usi fig.: a. Di cosa che dura poco, o non ha consistenza, o non ha effetto rilevante: essere come la n. che lascia il tempo che trova; perdersi, dileguarsi, sciogliersi come la n. al sole; pop., insaccare, infiascare, stringere nebbia, far cosa vana. b. Di cosa che offusca le facoltà spirituali, che toglie fiducia e sicurezza: lagrimando sfogo Di dolorosa n. il cor condenso (Petrarca); con l’aura delle tue parole Sgombravi d’ogni n. in un momento Lor cor (Bembo); questo secol morto, al quale incombe Tanta n. di tedio (Leopardi). 3. a. N. artificiale, nebbia ottenuta, spec. a scopi bellici, disperdendo nell’atmosfera particolari sostanze, dette nebbiogene, molto igroscopiche, le quali, per valori sufficientemente elevati dell’umidità atmosferica, danno origine a un’enorme massa di goccioline, con formazione di strati (cortine) più o meno ampî e densi, capaci di permanere nell’atmosfera per un tempo anche abbastanza lungo: la nave si nascose dietro una cortina di nebbia. b. N. metallica, metallo allo stato colloidale disperso dentro un bagno di sali fusi; si può formare durante l’elettrolisi condotta con anodi solubili e incide negativamente sul rendimento di corrente, ma può essere notevolmente ridotta ricorrendo ad alcuni artifici (elevate densità di corrente, ecc.). c. N. salina, nebbia ottenuta polverizzando soluzioni saline dentro una camera di prova in cui si vogliono riprodurre le condizioni atmosferiche che si trovano in vicinanza del mare, allo scopo di saggiare particolari materiali. d. In fisica, sistema eterogeneo costituito da una fase liquida dispersa sotto forma di gocce minute in una fase continua gassosa. Camera a nebbia, (o camera di Wilson), dispositivo (poi sostituito dalla camera a bolle, v. camera, n. 4 e figura) per visualizzare traiettorie di particelle ionizzanti, costituito da un recipiente cilindrico contenente aria saturata con un vapore e all’interno del quale è possibile, per mezzo di un pistone, provocare una brusca espansione adiabatica: questa, per raffreddamento, causa la condensazione del vapore intorno agli ioni prodotti dall’eventuale passaggio di una particella ionizzante, dando luogo, in condizioni opportune di illuminazione, a una traccia visibile che può essere fotografata. e. Nell’industria chimica, insieme di goccioline di sostanze diverse, disperse in un gas, che si formano nel corso di molti processi (fabbricazione dell’acido solforico, raffreddamento dei gas di distillazione del carbon fossile, ecc.) e vengono eliminate con sistemi diversi (separatori a urto, cicloni, filtri elettrostatici, sistemi a ultrasuoni, ecc.). 4. In elettronica, n. catodica, la carica spaziale elettronica addensata in prossimità di un catodo che emette elettroni. 5. In fitopatologia, n. delle piante, altro nome del mal bianco (v. la voce). Meno propriam. si chiamano nebbie altre malattie che colpiscono granoturco, bietola, patate, ecc., dovute a funghi diversi. 6. In botanica, nome di piante graminacee del genere Aira, piccole erbe annue con spighette minute, talvolta coltivate per l’eleganza delle pannocchie. ◆ Dim. nebbiolina, poco com. nebbiétta, nebbiettina, raro nebbierèlla; accr. nebbióne m. (v.); pegg. nebbiàccia.