nativita
natività s. f. [dal lat. tardo nativĭtas -atis, der. di nativus «nativo, della nascita»]. – 1. Nascita; con sign. generico è ant.: essendo più anni passati dopo la n. della fanciulla (Boccaccio); è invece di uso com. per indicare la nascita di Cristo, soprattutto in cronologia, nel riferire le datazioni secondo lo stile della Natività, che poneva l’inizio dell’anno al 25 dicembre, anticipando di sette giorni rispetto al computo moderno (e si contrapponeva agli stili della Circoncisione, dell’Incarnazione o dell’Annunciazione, ecc.): nell’anno 1321 dalla N. di Cristo, o dalla N. di Nostro Signore, o, in lat., a Nativitate. Nel linguaggio liturgico la parola è in uso anche con riferimento alle due ricorrenze della nascita di Maria Vergine (l’8 settembre) e di san Giovanni Battista (il 24 giugno). 2. In storia dell’arte, raffigurazione iconografica, in pittura o scultura, che ha per soggetto la nascita di Gesù (e in tal caso natività è usato assol.: la N. del Baldovinetti, del Correggio, del Rubens, del Rembrandt, ecc., in pittura; la N. di Nicola Pisano, raffigurazione in rilievo nel pulpito del Duomo di Siena), o di Maria, meno com. di altri santi (e in questi casi, nei quali si alterna con nascita, di solito si precisa: la N. o la Nascita di Maria, o della Vergine, la N. o la Nascita del Battista). Anche, titolo di sacre rappresentazioni ispirate agli stessi soggetti.