nasturzio
nastùrzio s. m. [dal lat. nasturtium, interpretato, secondo un’etimologia pop. accolta da Varrone e poi da Plinio (Nat. hist. XIX, 155: «nomen accepit a narium tormento»), come comp. di nasus «naso» e tortus, part. pass. di torquēre «torcere», per l’odore piccante del crescione]. – 1. In botanica, genere di piante erbacee delle crocifere comprendente alcune specie originarie dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentr., rappresentate da piante perenni, con foglie a segmenti di grandezza diversa e piccoli fiori bianchi riuniti in racemi, che vivono in ambienti acquatici o su suoli umidi, come il n. acquatico o crescione d’acqua (lat. scient. Nasturtium officinale), comune in tutta Italia; la maggior parte delle specie assegnate nel passato a questo genere sono attualmente incluse in altri generi. 2. Nome comune di piante appartenenti a generi e famiglie diversi e in partic. del nasturzio comune (Tropaeolum majus), detto anche n. del Perù o cappuccina, erba annua della famiglia tropeolacee, originaria dell’America Merid., coltivata in Italia a scopo ornamentale.