nanomedicina
s. f. Settore della medicina che studia l’applicazione di materiali e dispositivi di grandezza nanometrica. ◆ «La nanomedicina è una scienza multidisciplinare che utilizza materiali e dispositivi ingegnerizzati su scala molecolare per studiare soluzioni innovative contro il cancro e le malattie dovute a disfunzioni genetiche» [Paolo Milani intervistato da Renata Fontanelli]. (Repubblica, 3 ottobre 2005, p. 2) • [tit.] La nanomedicina che verrà [testo] […] l’interesse della comunità scientifica internazionale […] ha spinto anche quella europea a fare della nanomedicina uno dei perni del VII programma quadro. «La nanomedicina – continua [Paolo] Milani, che è anche direttore del Cimaina – rappresenta sicuramente una nuova frontiera, nonché un approccio fortemente innovativo, per le cure in campo oncologico». (Francesca Cerati, Sole 24 Ore, 13 luglio 2006, Nòva24, p. 4) • «Anche nell’ambito della nanomedicina la ricerca è concentrata sulla fattibilità e sull’efficacia di nuove scoperte e gli aspetti inerenti la sicurezza, benché ben presenti, vengono visti come un tema da affrontare in un secondo tempo – precisa Furio Gramatica, responsabile del Polo tecnologico della Fondazione Don Gnocchi Irccs –. La ricerca in nanomedicina, inoltre, si svolge prevalentemente in laboratori di fisica e biologia, dove medici, tossicologi, spesso non ci sono». (Roberto La Pira, Corriere della sera, 6 aprile 2008, p. 55, Medicina).
Composto dal confisso nano- (‘relativo a una struttura infinitamente piccola, dell’ordine di un miliardesimo di unità’) aggiunto al s. f. medicina.