mutande
s. f. pl. [lat. mutandae «da mutarsi» gerundivo di mutare «cambiare», sottint. vestes o sim.]. – Capo di biancheria intima maschile e femminile che copre la parte del corpo che va dalla vita all’inguine o alle cosce: originariamente a forma di calzoni lunghi, e indossate solo dagli uomini, divennero di uso generale nel sec. 19°, accorciandosi sempre più fino a raggiungere le ridotte misure attuali, e assumendo varie fogge e denominazioni (per es. boxer3, culottes, tanga, ecc.): un paio di m.; m. da uomo, da donna; m. corte, lunghe; m. di seta, di cotone, di nailon, di flanella, di lana, di maglia; locuz. fig.: essere senza camicia né m., non avere né camicia né m., essere molto povero; restare, rimanere in m., rimanere senza soldi, in estrema povertà. ◆ Dim. mutandine, in partic. quelle da donna e da bambini, e mutandine da bagno, quelle indossate dagli uomini, o da bambini e bambine, sulla spiaggia (in questa accezione, si alterna con le espressioni più generiche costume e costumino), o anche dalle donne, come parte del costume a due pezzi; accr. scherz. mutandóne f. pl., e più com. mutandóni m. pl., le mutande ampie e lunghe fino alla caviglia usate un tempo dalle donne (i mutandoni delle nostre nonne), e anche quelle aderenti, di lana o fustagno, indossate d’inverno dagli uomini. ◆ Nel linguaggio comune sono molto frequenti anche le forme del sing. mutanda e il dim. mutandina (quest’ultima spec. nel linguaggio commerciale e della moda).