mostrificatore
s. m. (spreg.) Fabbricatore di mostri. ◆ Si stenta a capire la differenza simbolica decisiva tra una recensione critica a un libro e l’adesione a una petizione in cui conta la quantità delle firme raccolte e non la qualità degli argomenti, l’insopportabile sensazione intimidatoria del tutti contro uno che da essa emana, del branco contro il singolo, del gruppo contro una persona. Stenta a capirlo David Bidussa, uno dei firmatari del documento, che sul «Secolo XIX» difende la sua scelta e esige che i suoi critici non ignorino la sua recensione al libro di [Magdi] Allam che compare nello stesso fascicolo di «Reset» in cui il libro di Allam viene messo all’indice. Ma se aveva scritto una recensione, che bisogno aveva di intrupparsi con i mostrificatori? (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 23 luglio 2007, p. 24, Cultura) • [Pierluigi Battista] Non entra mai nello specifico. Non si degna di farci sapere se sia corretto accusare genericamente qualcuno di «collusione con un’ideologia di morte». No: preferisce, con una spericolata giravolta, guaire contro i «mostrificatori» (orribile neologismo). Che sarebbero poi coloro che pretendono ragionevoli prove e dettagliati riscontri quando si addossano a qualcuno accuse pesanti, non già chi punta l’indice (questa volta sì) senza curarsi di articolare il suo pensiero. (Lanfranco Vaccari, Secolo XIX, 24 luglio 2007, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal v. tr. mostrificare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.