mortale
agg. e s. m. [dal lat. mortalis, der. di mors mortis «morte»]. – 1. a. agg. Che è soggetto a morte: gli uomini sono m.; il corpo è m., l’anima è immortale; le spoglie m., il corpo, il cadavere; nel linguaggio poet. e ascetico, argilla o creta m., il corpo dell’uomo, destinato a dissolversi con la morte. Estens., la vita m. (poet. il corso m.), la vita umana, contrapposta alla vita eterna dello spirito. b. s. m. L’uomo, in quanto soggetto a morte; spec. al plur., e in contesti per lo più commiserativi o riferiti alle qualità negative degli uomini: O insensata cura de’ mortali (Dante); per desio di stragi Si fan guerra i m. (Foscolo); a’ miseri mortali Ardore e sete e pestilenza apporta (Caro); ma miseri m. è espressione molto frequente anche nel linguaggio com., ripetuta con vario tono di commiserazione, o iron., scherz., spregiativo. Al sing. è usato soprattutto in determinate locuz.: come un semplice m., come un m. qualsiasi; spesso con tono scherz., chi sarà quel fortunato m. che ti sposerà? Sostantivato con valore neutro, poet.: Per che ’l mortal per vostro mondo reco (Dante), porto per il vostro mondo, degli spiriti, la parte mortale di me, il mio corpo. c. agg. Che è proprio dell’uomo, della parte materiale dell’uomo, e quindi destinato a perire: più vale Sempiterna bellezza che m. (Petrarca). Spesso con sign. più generico, proprio degli uomini, umano: le cose, le passioni, le gioie m.; Me ad evocar gli eroi chiamin le Muse Del m. pensiero animatrici (Foscolo); Lingua mortal non dice Quel ch’io sentiva in seno (Leopardi). Poet.: Se mortal velo il mio veder appanna (Petrarca), il velo corporeo, che impedisce allo spirito di vedere liberamente la verità. 2. agg. a. Che è causa di morte o può costituire pericolo di morte: malattia m.; ferita m.; un colpo m. (anche fig.: quella perdita, quella notizia fu per lui un colpo m.); un m. veleno; la caduta poteva essere m.; esporsi a un rischio m.; uno scontro m.; un m. incidente sul lavoro; prov., a mal m. né medico né medicina vale. Per il salto m. come esercizio atletico (così detto per la sua pericolosità), e anche per gli usi fig. della locuz., v. salto1. b. Di combattimento e sim., che si conclude o tende a concludersi con la morte di uno degli avversarî (o di uno dei gruppi avversarî): a guerra mortal ... vi sfido (T. Tasso); sono impegnati in una lotta m. (anche in senso fig., aspra, accanita). Analogam., inimicizia, odio m., che desidera la morte dell’avversario o che può aver termine solo con la morte, quindi in genere accanito; e così nemico m., che nutre odio mortale; scherz., è nemico m. dell’acqua, riferito a persona sudicia (o anche a persona molto amante del vino). Con altro senso, offesa, ingiuria m., un insulto m., che si può riparare solo con la morte dell’offensore. c. Con valore per lo più iperb., di sentimento o stato d’animo che affligge profondamente, che comporta una sofferenza quasi insostenibile: dolore, angoscia m.; tedio m.; era oppresso da una m. tristezza. d. Di morte, della morte, che è tipico della morte: un languore m.; il suo volto era soffuso di un pallore m.; allor che il Nume in petto Le fea parlar di Troia il dì m. (Foscolo); Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia immemore (Manzoni). 3. agg. Con riferimento alla morte dell’anima, cioè alla perdita dello stato di grazia, peccato m., nella teologia cattolica, il peccato che, per il volontario volgersi dell’uomo verso un bene caduco, considerato come bene ultimo in luogo di Dio, è causa per l’anima di dannazione eterna. Nel linguaggio com.: mi parrebbe di fare un peccato m., anche fig., un’azione indegna, una sciocchezza imperdonabile, e sim.; fam., ha tutti e sette i peccati m. addosso, d’una persona piena di vizî o di difetti (il numero 7 per confusione tra i peccati mortali e i vizî capitali); scherz., brutto come il peccato m., di persona, animale o anche cosa bruttissimi. ◆ Avv. mortalménte, a morte, in modo mortale: ferire, odiare, affliggere, addolorare mortalmente; peccare mortalmente, commettere peccato mortale; con valore iperb.: essere mortalmente annoiato.