morbido
mòrbido agg. [lat. mŏrbĭdus «fradicio», propr. «malsano», der. di morbus «malattia»]. – 1. Delicato al tatto e cedevole a una leggera pressione: stoffa m.; pelle, carne m.; barba m.; capelli m.; Sparsa le trecce morbide Sull’affannoso petto, ... (Manzoni); m. come la lana, come il velluto; i frutti maturi sono m. e dolci. Si contrappone ad aspro, duro, rigido, ed è spesso sinon. di molle, soffice: un letto m., un m. cuscino; un letto troppo m. le impediva di addormentarsi (Pietro Citati); cera, creta m., malleabile, che si lascia facilmente plasmare, modellare; terreno m., cedevole (anche in senso fig. nella locuz. trovare il terreno m., non incontrare ostacoli, difficoltà o forti resistenze nell’esecuzione di un’impresa). 2. fig. a. letter. Dolce, leggero, delicato: fa che sia M. il sonno, il giorno che si muore (Pascoli); nell’uso ant., raffinato, molle, effeminato: quantunque Amore i lieti palagi e le m. camere più volentieri che le povere capanne abiti (Boccaccio). b. Nelle arti figurative, di opera pittorica o scultoria che presenti morbidezza; immagine m., quella ricca di toni (grigi, se l’immagine è in bianco e nero) nel passaggio dalle zone di luce a quelle di ombra (l’opposto è dura, contrastata); per estens., pellicola, emulsione m., quelle che consentono di ottenere immagini morbide. Analogam., in letteratura, di stile che consente delicate sfumature, passaggi graduali; e in musica, sonorità m., ricca di toni, sapientemente modulata, senza effetti di forte contrasto. c. Riferito al vino, indica la sensazione piacevole al palato che, alla degustazione, procurano i vini ricchi di glicerina (simile a vellutato). d. Di azione, manovra, intervento, ecc., che si fa o che avviene in modo dolce, lento e progressivo, non improvviso e violento; con questo sign., che spesso risente l’influenza di un uso analogo dell’ingl. soft, è soprattutto nota la locuz. atterraggio m. (che ricalca l’ingl. soft landing), riferita alla discesa sul suolo terrestre, o su altro corpo celeste, di un’astronave (o razzo, ecc.) in volo spaziale; indipendentemente da questa locuzione, o per influenza di essa, l’aggettivo è stato esteso anche ad altri ambiti, sia del linguaggio politico ed economico, sia anche dell’uso comune, per qualificare atteggiamenti blandi, concilianti, arrendevoli, privi di asprezza, soprattutto nelle espressioni scegliere, adottare la linea morbida. e. Con valore più vicino al sign. etimologico (per influsso dell’uso francese), è usato nella critica letteraria per indicare sensazione di languidezza malinconica e voluttuosa della quale ci si compiace quasi morbosamente: le m. complicazioni psicologiche di certi personaggi della narrativa contemporanea. 3. Sostantivato, con valore neutro, cosa morbida, parte morbida di qualche cosa: sedersi sul m.; non si è fatto nulla, è caduto sul morbido. Per un uso sostantivato del femm., v. morbida. ◆ Dim. morbidino, morbidétto; accr., poco com., morbidòtto; accr. scherz. morbidóne. ◆ Avv. morbidaménte, in modo tale da ottenere un effetto morbido e plastico: le pieghe del vestito le ricadevano morbidamente sui fianchi; meno com., con abbandono, con rilassatezza: stava morbidamente distesa sul divano.