moral hazard
l. s.le m. inv. In microeconomia, comportamento rischioso che una delle parti, dopo la stipulazione del contratto, può decidere di tenere, anche se lede gli interessi della controparte, fidando sul fatto che quest'ultima non è in grado di verificare il comportamento altrui; in macroeconomia, comportamento rischioso che gli operatori economici possono spingersi a intraprendere, perché preventivano che i costi derivanti da un eventuale esito negativo ricadranno su altri operatori o categorie di operatori o sulla collettività. ◆ «Quando si cresce troppo e troppo a lungo, alla fine si cercano rendimenti più alti, si accettano rischi più elevati. È successo anche stavolta. Con in più il dirompente effetto moltiplicatore dei derivati. Pur sapendo che questo comporta rischi di moral hazard, dobbiamo cercare di eliminare i titoli "tossici" che tuttora pesano sui portafogli delle banche. La Fed deve continuare nella sua operazione di pulizia». [Jacob Frenkel] (Massimo Gaggi, Corriere della sera, 7 luglio 2008, Corriere Economia, p. 10) • Nel caso dei creditori, pesa il moral hazard, cioè la paura che una rinegoziazione troppo generosa possa indurre altri paesi indebitati a imitare l’esempio greco. Ma anche il governo greco potrebbe essere tentato dal default, dato che nel breve periodo solo una sostanziale svalutazione potrebbe rendere competitivi i prodotti greci. (Piccolo, 1° giugno 2012, p. 36, Nazionale).
Espressione ingl. composta dall’agg. moral (‘morale’) e dal s. hazard (‘rischio’).
Già attestato nella Repubblica del 6 dicembre 1991, p. 8, Affari e Finanza (Carlo Clericetti).