monoservizio
(monoservizi), s. f. e agg. Chi o che offre un solo tipo di servizi. ◆ La «monoservizio» usufruisce più facilmente delle economie di scala di tipo tecnologico e può aggregare specifici finanziamenti e specifiche competenze tecniche. Ma si può ritenere che il limite di tali economie non sia troppo elevato. Lo specifico finanziamento comporta poi un rischio maggiore, quindi maggiori tassi attesi di rendimento e pertanto, a parità di circostanze, minore valore dell’azienda. (Sole 24 Ore, 10 aprile 2000, p. 20, Enti locali) • Il sindacato aveva sollecitato gli amministratori comunali spoletini e folignati a realizzare un polo unico per la gestione dei servizi acqua-gas-nettezza urbana, in quanto le aziende monoservizi e con un ristretto bacino d’utenza non erano ritenute competitive. (Messaggero, 24 settembre 2001, p. 25, Foligno/Spoleto Cronaca) • La vera palla al piede della città sono però le aziende partecipate. «Se si fa eccezione per l’Amgas – si legge nel rapporto [di Moody’s] – le società non sono autosufficienti e richiedono significativi sussidi annuali». Non solo. «Queste aziende sono braccia operative di Bari, con una debole gestione societaria e bassa efficienza e il loro status di provider monoservizi ne limita la visione strategica, rendendole vulnerabili sul mercato». (Raffaele Lorusso, Repubblica, 13 gennaio 2006, Bari, p. V).
Composto dal confisso mono- aggiunto al s. m. servizio.
Già attestato nel Corriere della sera del 9 luglio 1999, Corriere Lavoro, p. 10 (Antonietta Donia e Irene Maria Scalise).