monocromo
monòcromo (o monocròmo) agg. e s. m. [dal gr. μονόχρωμος agg., comp. di μονο- «mono-» e χρῶμα «colore»]. – 1. agg. a. Di un solo colore, o di una sola tonalità: pitture m., affresco monocromo. b. Nell’arte contemporanea, pittura m., forma di espressione artistica diffusasi in Europa e negli Stati Uniti negli anni Sessanta del Novecento e consistente nella produzione ed esibizione di opere che si presentano di un unico colore: campiture dell’intera superficie della tela, oggetti ricoperti di colore, pitture tonali intonate all’ambiente in cui sono esposte, fogli metallici sulla cui superficie si osservano variazioni di luminosità, stesure di colore puro sulla tela alla ricerca di effetti di luce, ecc. 2. s. m. Pittura a tinta unica, a chiaroscuro; in partic., abbozzo a monocromo, abbozzo che precede la pittura a olio, consistente nel tracciare sulla tela o sulla tavola una serie di linee che stabiliscono già, sommariamente, i valori prospettici dell’opera (talvolta le tinte adoperate a tale scopo possono anche essere più di una).