misero
mìṡero agg. [dal lat. miser -ĕri]. – 1. a. Che si trova in uno stato di grande infelicità, in quanto afflitto da sciagure spirituali e materiali tali da muovere gli altri a pietà: i m. prigionieri; la m. vedova; una m. orfanella; questa m. umanità; i m. mortali, espressione dantesca (Par. XXVIII, 2) entrata nell’uso comune. Anche sostantivato: portare conforto ai m.; Iddio consolatore dei miseri. Con prevalente valore soggettivo: Scuote l’arcion, te misera Su la petrosa riva Strascinando malviva (Foscolo); e nelle esclamazioni m. noi!; m. me! (tosc. miser’ a me); ahi, misero!, ahimè misero! Nell’uso letter., anche riferito a parti del corpo umano, in quanto appartenenti a persona che soffre: Riprese ’l teschio m. co’ denti (Dante). b. Per estens., con riferimento a situazioni, circostanze, condizioni che sono causa d’infelicità o che comunque suscitano il compatimento: che m. vita è stata la sua!; m. sorte, la nostra!; fece una ben m. fine; il loro m. stato ci commuove. c. Che si trova in condizioni economiche di bisogno, d’indigenza: un m. impiegatuccio; una m. mendicante; più spesso, di luoghi in cui la vita è stentata per la mancanza del necessario, o di ambienti che nell’aspetto e nell’arredamento rivelano povertà, desolazione, squallore: terre, regioni m.; paesi m.; le m. casupole dei sobborghi; abita in un m. tugurio; vive in una m. pensione; ci accolse nella sua m. stanzetta; per estens., di tutto ciò che è indizio di miseria: fu costretto a vendere le sue m. suppellettili; era avvolta in m. cenci. 2. a. Insufficiente, scarso, inadeguato alle necessità: stipendio, salario m.; un m. pranzo; una m. mancia; ciò che noi gli possiamo dare è ben m. cosa in confronto a ciò di cui avrebbe bisogno. Di abito che non ripara sufficientemente la persona, oppure che è troppo stretto o troppo corto: aveva un cappottino m., un m. vestituccio; la giacca è un po’ m. di spalle. b. Di persona, gracile, cagionevole di salute, patito: erano m. bambini, quasi tutti malsani (Comisso); anche riferito alla salute stessa: il suo stato di salute è proprio m.; delle membra umane, molto magro, esile, debole: un m. corpicino; ha due gambette misere misere. c. Di cose non materiali, povero, meschino: ingegno m.; m. fantasia; ha tratto ben m. frutti da quell’impresa!; ha fatto una m. figura; sono m. soddisfazioni; tema, componimento m., povero di idee. d. Esiguo, irrisorio, spec. in tono spreg.: deve lavorare come un negro per quel m. tozzo di pane; se la cavò con un m. grazie. 3. a. Meschino, moralmente vile: ha un animo m.; o che rivela meschinità, bassezza d’animo: usare m. artifici; i suoi m. tentativi per imbrogliarci non hanno avuto esito; sono m. mezzucci. b. ant. Avaro, tirchio (anche come sost.): amassar denari, come i m. fanno (Boccaccio); avaro in nostra lingua è ancora colui che per rapina desidera di avere, misero chiamiamo noi quello che si astiene troppo di usare il suo (Machiavelli). ◆ Dim. miṡerino (soprattutto nel senso di scarso: una colazione miserina; un vestito miserino); miṡerèllo (per lo più sostantivato, per esprimere compatimento: bisogna aiutare quel miserello); pegg. miṡeràccio. ◆ Avv. miṡeraménte, in modo misero, nei varî sign. dell’agg.: vestire miseramente, di poveri panni; vivere miseramente, in povertà, tra gli stenti, o nei dolori, infelicemente; campare miseramente, avendo appena il necessario per vivere; finì miseramente la vita, in modo degno di compassione; comportarsi miseramente, in modo meschino. Talvolta, in modo futile, sterile, del tutto inadeguato: è tutto tempo miseramente perduto; sono stati soldi miseramente sciupati.