mirto
s. m. [lat. scient. Myrtus, nome di genere, dal lat. class. myrtus, gr. μύρτος]. – 1. Genere di piante mirtacee comprendente un centinaio di specie originarie delle regioni calde del Vecchio e Nuovo Mondo; in Italia è presente una sola specie (Myrtus communis), nota popolarmente come mortella, arbusto sempreverde diffuso nella macchia mediterranea e coltivato nei giardini, alto 2 o 3 m, con foglie opposte, ovate, quasi sessili, e fiori ascellari a petali bianchi, profumati, bacche a contorno vario, grosse come un pisello, di colore blu-nerastro o, in una varietà, bianche; nell’antichità fu pianta sacra a Venere, e quindi simbolo dell’amore e della poesia amorosa, per cui si usava cingere di corone di mirto il capo dei partecipanti ai conviti e dei poeti, soprattutto amorosi; nel linguaggio poet. è rimasto simbolo della gloria poetica e della poesia: Tanto fu dolce mio vocale spirto, Che, tolosano, a sé mi trasse Roma, Dove mertai le tempie ornar di mirto (Dante); talora anche dell’amore: Desiosa di lauro e non di mirto (V. Monti), di gloria guerriera e non d’amore; secco è il mirto (Foscolo), il sentimento d’amore, o l’ispirazione amorosa della poesia; Il titano giacea senza ghirlande, Senza lauri né mirti, Sol coronato del suo crin selvaggio (D’Annunzio, «Per la morte di G. Verdi»). 2. a. Acqua di mirto, essenza ricavata dalle foglie di mirto, usata in profumeria e come astringente. b. Canfora di mirto, altro nome del mirtolo. c. Olio di mirto, liquido giallo, di odore aromatico, ricavato per distillazione dalle foglie di mirto, già usato, in medicina, come balsamico, sedativo, antisettico, e utilizzato in profumeria per preparare fissativi e come sostanza odorosa.