minipartito
(mini-partito), s. m. Partito politico di ridotta consistenza numerica. ◆ Se le perdite di «Liberazione» non avessero già aperto una voragine, insomma, la sua fine naturale potrebbe essere quella di diventare la voce del nuovo minipartito di Armando Cossutta (i «Comunisti italiani»). (Foglio, 26 settembre 1998, p. 3) • [tit.] I mini-partiti in coro fanno la voce grossa / Determinanti con preferenze da «zero virgola» rivendicano maggiore visibilità (Giornale, 12 giugno 2002, p. 3, Il fatto) • Le formule «governo istituzionale» o «governo tecnico» fanno venire l’orticaria a Romano Prodi. Anche se sorretto da una vittoria elettorale di stretta misura, ha fin qui concepito il suo come un mandato pieno e rifiutato ogni limitazione temporale o politica, considerando il ritorno alle urne la sola alternativa alla continuità dell’esecutivo. Tuttavia non sfugge al premier che i numeri di Palazzo Madama ormai non ci sono più: saranno pure marginali i singoli senatori o i mini-partiti che minacciano la crisi, ma senza di loro non esiste la maggioranza di centrosinistra. (Claudio Sardo, Mattino, 23 dicembre 2007, p. 3, Primo piano).
Composto dal confisso mini- aggiunto al s. m. partito.
Già attestato nella Repubblica dell’11 settembre 1985, p. 9, Politica estera (Vincenzo Lanza).
V. anche micropartito, subpartito.