minestra
minèstra s. f. [der. di minestrare]. – 1. a. Vivanda caratteristica della cucina italiana e dei paesi mediterranei, costituita generalmente di pasta o riso o legumi o verdure cotti in acqua e variamente conditi, che si mangia generalmente brodosa, meno spesso asciutta (dopo avere scolato il liquido); a seconda degli ingredienti: m. di verdura o vegetale, con diverse verdure cotte e condite con olio; m. col battuto, in cui l’acqua e la pasta (cui di solito s’aggiungono broccoli o patate o legumi) sono insaporite con un battuto a base di lardo; m. di semolino; m. d’orzo; m. di pasta e ceci, di pasta e fagioli; specificando, m. in brodo, pastina o riso cotti in abbondante brodo, m. asciutta, la pasta asciutta. b. estens. Con valore più ampio, il primo piatto, la prima portata di un pasto: che hai mangiato oggi per m.?; io la m. non la mangio mai, prendo solo il secondo piatto e la frutta; così al plur., minestre, come titolo nei libri di cucina e nelle liste delle vivande. Col sign. più ristretto o più generico in molte frasi in cui la parola è usata assol., senza determinazione: cuocere, portare in tavola, scodellare la m.; distribuire la m. ai poveri; non si può mangiare neanche un cucchiaio di m. in pace! Talvolta indica il pranzo stesso, spec. se modesto (perché ne costituisce il piatto principale e, per la gente più povera, spesso l’unico): lo invitai a mangiare una m. con noi; lavorare per la m., per poter mangiare o per il solo guadagno; perdere la m. (di solito in frasi spreg.), perdere il posto, il salario, lo stipendio. 2. Con varî sensi fig.: è sempre la stessa m., la stessa situazione, la solita questione, e sim.; è una m. che non mi va (a proposito di faccende, affari, proposte, ecc., che non si ritiene di poter accettare); se è così, allora è tutt’altra m., è una faccenda diversa; trovare la m. bell’e scodellata, di chi comunque tragga qualche utile senza o con scarsa applicazione personale, profittando della precedente opera altrui; può farsi la m. come gli piace, è libero di agire a modo suo; è una m. fredda (o una pappa fredda), di persona insulsa, senza spirito e senza carattere; m. riscaldata, di cosa passata che si riprende con scarso successo, o sim. Prov., o mangiar questa m. o saltar questa finestra, quando ci si trova o si pone altri nella necessità di fare qualcosa di sgradito per evitare il peggio, non essendoci altra soluzione. ◆ Dim. minestrina, minestra leggera, di solito in brodo, con pasta di piccolo formato o verdura; spreg. minestrùccia; accr. minestróna, e più com. minestróne m. (v.); pegg. minestràccia.