mimetismo
s. m. [der. di mimetico]. – 1. In zoologia e botanica, in senso stretto, il fenomeno adattativo (detto anche, con termine ingl., mimicry) per cui un organismo animale o vegetale (mimo) richiama l’aspetto o emette segnali (visivi, acustici, olfattivi) tipici di un altro organismo (modello), così da confondere un terzo (predatore, preda, insetto impollinatore, ecc.), per lo più a scopo difensivo o offensivo (in quest’ultimo caso si parla di m. aggressivo); in partic.: m. batesiano, quello per cui una specie esibisce forme e colori oppure emette suoni o odori tipici di un’altra specie nociva o non commestibile per i predatori; m. mülleriano, per cui due o più specie, tutte non commestibili, si somigliano, in modo che i predatori, dopo una o più esperienze negative, imparano a evitarle (tante più sono le specie non commestibili che si somigliano, tanto minori sono per ciascuna di esse le perdite causate dalla predazione); m. mertensiano, studiato sui serpenti corallo americani, nel quale esistono un modello, rappresentato da una specie nociva ma non letale, e due mimi, dei quali uno innocuo e l’altro letale (entrambi quindi, a differenza del modello, impossibilitati a trasmettere efficacemente un’esperienza negativa al predatore); m. peckhamiano, in cui una specie predatrice o una parassita imitano specie innocue, in modo tale da confondere la preda o, rispettivam., la specie ospite. In senso più ampio, il termine indica anche il fenomeno (m. criptico o criptismo) per cui un animale assume forme, colori o atteggiamenti tali per cui si confonde con l’ambiente circostante, come nel caso del mantello di alcuni mammiferi, che diviene bianco d’inverno, o degli insetti fasmoidei, molto simili ai ramoscelli o alle foglie delle piante su cui vivono. In etologia, per estens., m. intraspecifico, il fenomeno per cui, in alcune specie di mammiferi (soprattutto primati), individui di sesso maschile immaturi o di rango sociale inferiore mutuano il comportamento delle femmine (presentazione dei genitali, come segnale di ricettività sessuale), riducendo l’aggressività dei maschi dominanti. 2. In senso fig. e spreg., riferito a persona, la capacità di adattarsi alle più diverse situazioni politiche o morali, soprattutto per opportunismo o per mancanza di carattere (cfr. camaleontismo): col suo m. è riuscito a rimanere sempre a galla; m. politico. 3. Sinon. improprio e meno com. di mimetizzazione.