mihrab
‹miràb› s. m. [adattam. dell’arabo miḥrāb]. – 1. La nicchia posta in una delle pareti interne della moschea, per indicare la qibla, cioè la direzione della Mecca verso la quale deve esser rivolto il viso da chi compie la preghiera rituale: derivata architettonicamente dall’abside delle chiese bizantine, ha base semicircolare o anche ottagonale, parte dal pavimento della moschea e si eleva oltre l’altezza d’uomo, terminando con una calotta emisferica, o allungata ad arco o a punta aguzza. 2. Motivo ornamentale caratteristico dei cosiddetti «tappeti da preghiera» (v. preghiera, n. 3 c), consistente in una stilizzazione della nicchia omonima. Molto diffuso nell’intera area islamica, ripete sostanzialmente, con numerose varianti formali, il profilo a cuspide (tondeggiante, a dentelli, scalare o lobato) di una nicchia, spesso con bordura a stipite e con l’arco sostenuto da due o più colonnine; il campo, solitamente a tinta unita, può ospitare una decorazione più o meno complessa, costituita dalla stilizzazione di una o più lampade votive pendenti dal sommo dell’arco, o del cosiddetto «albero della vita» (v. arbor vitae, n. 2).