migliore /mi'ʎore/ [lat. melior -oris, compar. di bonus "buono"; trattato anche in ital. come compar. di buono]. - ■ agg. 1. [come compar. di buono, che è superiore in bontà, capacità, efficacia, qualità, ecc.: è il m. avvocato della provincia; questo mi pare il metodo m.] ≈ (non com.) dappiù, (non com.) più buono. ↔ peggiore. ● Espressioni: fig., eufem., passare a miglior vita [cessare di vivere] ≈ andare al creatore (o all'aldilà o all'altro mondo), andarsene, (spreg.) crepare, dare (o esalare) l'ultimo respiro, (lett.) decedere, (lett.) defungere, lasciarci (o rimetterci la pelle), (eufem.) mancare, morire, rendere l'anima a Dio, (eufem.) riposare per sempre, (ant.) sbasire, (spreg.) schiattare, soccombere, spirare, (fam.) stendere le gambe, (pop.) tirare le cuoia, (lett.) trapassare, (eufem.) venire meno, (eufem.) volare in cielo (o in Paradiso). 2. (lett., non com.) [che costituisce la parte più grande di un insieme: la miglior parte dei filosofi (G. Leopardi)] ≈ maggiore. ■ s. m. 1. (anche f.) [spec. al plur., chi per qualche aspetto è superiore a tutti gli altri: premiare i m.] ≈ primo. ↔ peggiore, ultimo. 2. (solo al sing.) (ant.) a. [con valore neutro, sottintendendo un sost., la cosa migliore, più conveniente: scegliere, prendere il m.] ≈ meglio. ↔ peggio, (ant.) peggiore. b. [con valore neutro, ciò che più torna a vantaggio di qualcuno: vattene per lo tuo m. (G. Boccaccio)] ≈ bene. ↔ male.