miglioramento
miglioraménto (pop. tosc. meglioraménto) s. m. [der. di migliorare]. – 1. Con riferimento al sign. intr. del verbo, il fatto di migliorare, cioè di diventare migliore, di progredire verso condizioni più soddisfacenti, di volgere al meglio e sim.: m. della (o nella) salute, dello (o nello) stato generale di un malato; m. professionale; m. nella condotta, negli studî, nelle proprie capacità professionali; m. nella tecnica di un artista; m. nelle condizioni di vita di un popolo; m. delle condizioni atmosferiche. Spesso usato assol. (quando il contesto non lascia dubbî sul sign.): è un alunno volenteroso, che in questi ultimi mesi ha fatto notevoli m.; il tempo accenna a qualche m.; soprattutto con riguardo alle condizioni di salute: il malato dà segni di m.; un piccolo m. c’è stato; per ora non si vede ancora alcun m.; si spera in un m. dopo la crisi che ha avuto stanotte. 2. In senso attivo: a. Il rendere migliore: tendere a un assiduo m. di sé stesso; m. della produzione, dei metodi di lavoro, dell’organizzazione di un ufficio; accordare m. economici, m. salariali (cioè aumenti di stipendio, di salario). In agraria, m. delle piante, la produzione di razze nuove che si distinguono per qualche carattere utile, come maggiore produttività, maggiore resistenza alle malattie, ecc. Nell’esercito, indennità di m. rancio (o assol. m. rancio), somma stanziata dall’amministrazione militare per l’acquisto di spezie, verdure e altri generi destinati a rendere più gradevole il vitto ordinario. b. concr. Ogni opera o lavoro effettuati per portare qualche cosa a condizioni migliori: apportare miglioramenti in uno stabile, in un appartamento, nella situazione stradale. In partic., in diritto, m. fondiarî, in caso di affitto di fondi rustici, le opere di sistemazione dei terreni e di trasformazione fondiaria e agraria che incrementano il valore del fondo. 3. Nome dato a Comacchio all’anguilla altrove chiamata capitone.