micropartitino
(micro-partitino), s. m. Partito politico che ha una consistenza numerica molto ridotta. ◆ in Italia, si sa, si promuovono da tempo anche gli asini dalle elementari all’università. E allora ecco che i micropartitini oltre a presentare le loro liste chiedono ai partiti maggiori un «utero in affitto» dove collocare i loro «ovuli» (leggi candidati) che altrimenti non sarebbe possibile fecondare con la dinamica «naturale» del voto. Il primo a inventare il marchingegno genetico è stato Clemente Mastella che ha inserito cinque «ovuli» nel listone esausto dell’Unione. (Paolo Lingua, Repubblica, 3 marzo 2006, Genova, p. II) • Guastatori sono quei gruppi di pressione della sinistra allargata e del giornalismo militante […] quelli che, titolari di micro-partitini, si sentono esclusi dal dialogo a due e vorrebbero partecipare anche loro al pranzo di gala della riforma elettorale proponendo di farlo diventare un’abbuffata casereccia: perchè non mettiamo sul tavolo anche il tema della riforma tivvù? (Mario Ajello, Messaggero, 24 novembre 2007, p. 3, Primo piano) • Erano cinque, i partiti, partitini e micro-partitini, che si presentavano alle elezioni sventolando ancora (nonostante lo stesso Bertinotti avesse spiegato che dentro l’alleanza il comunismo sarebbe stato «una corrente culturale») la bandiera con la falce e il martello. E non uno è stato preso sul serio dagli elettori. E il risultato è una svolta inimmaginabile. Per la prima volta nella storia, dopo la fine della dittatura fascista, il Parlamento italiano non avrà tra i suoi banchi, dove anche la nascita della Costituzione venne salutata da un gruppo di camicie rosse, un solo «rosso». (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 15 aprile 2008, p. 10, Primo piano).
Composto dal confisso micro- aggiunto al s. m. partitino.
Già attestato nella Stampa del 16 marzo 1992, p. 2 (Filippo Ceccarelli).