miccia1
mìccia1 s. f. [forse dal fr. mèche (v.)] (pl. -ce). – 1. a. Dispositivo, generalmente in forma di cordone, formato da una sostanza combustibile, per lo più polvere nera granulata, chiusa in un involucro di materiale impermeabile, atto a trasmettere a distanza l’accensione agli esplosivi, sia direttamente sia per mezzo di detonatori o inneschi, con velocità di combustione variabile da 1 m/s (m. lente) a 50-150 m/s (m. rapide); velocità più elevate (5000-7000 m/s) sono ottenute usando nella preparazione esplosivi quali tritolo, nitroglicerina, ecc. Accenditore per m., congegno usato per dare fuoco alla miccia, che può essere a frizione, chimico (nel quale un corrosivo consuma in un tempo stabilito un filo che trattiene il percussore della capsula innescante), elettrico (costituito quest’ultimo da un piccolo generatore di corrente che rende incandescente un ponticello metallico immerso nella miscela innescante). b. Nelle armi da fuoco antiche, cordicella di lino o canapa (detta anche corda, o corda bollita), sgrassata con liscivia o bollita in acqua e acetato di piombo o imbevuta di salnitro, che, accesa a un capo, serviva per dare fuoco alla carica nelle armi a mano e nelle artiglierie. c. In senso fig., dare fuoco alla m., dare inizio a un movimento di ribellione, far scoppiare una rivolta organizzata in precedenza, e sim. 2. M. per solforazione, stoppino di cotone o di amianto, coperto di zolfo, che si introduce acceso nell’interno delle botti per farvi sviluppare anidride solforosa.