metalepsi
metalèpsi (o metalèssi) s. f. [dal lat. metalepsis, gr. μετάληψις, propr. «sostituzione», der. di μεταλαμβάνω «prendere invece»]. – Figura, molto rara, della retorica classica, tipo particolare di metonimia consistente nel sostituire il termine proprio non col suo immediato traslato, ma passando attraverso gradi intermedî; come esempio, Quintiliano cita il verso della 1a egloga di Virgilio Post aliquot mea regna videns mirabor aristas, dove post aliquot aristas (propr. «dopo alcune reste [di grano]») significherebbe «dopo alcuni anni», significato a cui si giunge gradatamente passando dalle reste alle spighe, dalle spighe alle messi, da queste alle estati e dalle estati agli anni. Un altro tipo di metalepsi, per lo più involontario, è quello che si può avere, in traduzioni troppo meccaniche o addirittura automatiche, quando, per rendere una parola polisemica, si fa uso di un termine che può essere in generale un suo sinonimo, ma non lo è in quel preciso contesto (così, per es., viso, che anticam. aveva il doppio sign. di «vista» e di «faccia», non può essere sostituito con volto quando si trova usato con il primo dei due significati).