mestola
méstola s. f. [der. di mestare]. – 1. Arnese da cucina, di legno, metallo, materia plastica, generalm. più grande del mestolo di cui ha la stessa forma e gli stessi usi; m. forata o bucata, comunem. detta schiumaiola o schiumarola. Fig.: tenere la m. in mano, meno com. di avere il mestolo in mano (v. mestolo1); prov.: chi ha la m. in mano, si fa la minestra a suo modo, chi ha facoltà di disporre, pensa prima di tutto a fare i proprî interessi. 2. a. Per estens., nome di varî oggetti che nella forma ricordano una mestola, come la cazzuola del muratore, l’arnese di legno con cui le lavandaie battevano i panni, ecc. b. Con uso fig. e scherz., mento largo, a forma di spatola; con sign. partic. e oggi poco com., fare la m., lo stesso che fare il mestolino, di bambini che stanno per piangere. c. Al plur., mani grandi e larghe: se ti dà uno schiaffo con quelle m., ti cambia i connotati. 3. ant. Persona goffa e grossolana: madonna mestola, ser mestola (nel Boccaccio). 4. Erba acquatica (Alisma plantago-aquatica), detta anche mestolaccia e cavolaccio, quasi cosmopolita, comune in Italia nei fossi e negli acquitrini e coltivata nelle vasche dei giardini: ha rizoma tuberoso, foglie con lamina ovata o lanceolata, scapi alti fino a 1 m, con fiori a petali bianchi o rosei disposti in pannocchia a rami verticillati; le foglie, fresche, sono tossiche per molti animali domestici, e, nelle risaie, è una delle più dannose erbe infestanti. ◆ Dim. mestolétta, mestolina; accr. mestolóna, e più com. mestolóne m. (v.); pegg. mestolàccia (v.).