messo2
mésso2 s. m. [lat. mĭssus s. m., part. pass. sostantivato di mittĕre «mandare»]. – 1. Persona incaricata di portare notizie, messaggi, lettere, comunicazioni, e sim. (sinon. in genere di inviato e messaggero): mandare, ricevere un m.; gli venne un m. da certi suoi grandissimi amici d’Amalfi (Boccaccio); un caso terribile, che il m. non sapeva né circostanziare né spiegare (Manzoni). In partic.: m. del cielo, m. di Dio, angelo (in quanto mandato da Dio a recare qualche annuncio agli uomini); Ben parve m. e famigliar di Cristo (Dante, di san Domenico). 2. Dipendente di un ufficio o ente pubblico, incaricato di recapitare a domicilio cartelle, avvisi, ecc. (sinon. di usciere, famiglio e sim.): i m. del comune, del tribunale; prov., notai, birri e messi non t’impacciar con essi. La parola, che anticam. ebbe più largo uso, è oggi adoperata solo in alcune espressioni tecniche: m. comunale e m. provinciale, dipendenti dell’amministrazione comunale e dell’amministrazione provinciale, la cui attribuzione normale è quella della notifica o della consegna di atti delle amministrazioni a cui appartengono o di altre amministrazioni pubbliche che ne facciano richiesta; m. di conciliazione, l’usciere dell’ufficio di conciliazione, che può esplicare le sue funzioni di pubblico ufficiale esclusivamente nel territorio del comune al quale è limitata la competenza del conciliatore; m. esattoriale, impiegato dell’esattoria, che ha il compito specifico di effettuare notificazioni ai contribuenti.