mercurio
mercùrio s. m. [dal lat. mediev. mercurius, e questo dal nome del pianeta Mercurio, con cui gli alchimisti mettevano in relazione il metallo]. – Elemento chimico di simbolo Hg (dal nome lat. scient. Hydrargyrum; cfr. idrargirio) numero atomico 80, peso atomico 200,59, che, puro, si presenta come un metallo liquido, mobilissimo, di colore argenteo (per cui viene comunem. detto argento vivo, già in lat. argentum vivum), abbastanza stabile agli agenti atmosferici, dai vapori velenosissimi; scioglie molti metalli dando luogo a leghe, dette amalgami, e forma due serie di sali, funzionando da monovalente (nei composti mercurosi) e da bivalente (nei composti mercurici). Presente in natura in varî minerali, per lo più si ricava per arrostimento del solfuro mercurico (o cinabro) il quale, talvolta, lo contiene in goccioline (m. nativo); viene usato per la preparazione di detonanti, antisettici e sim., per l’estrazione dell’oro e dell’argento, nella fabbricazione di apparecchi di fisica, di termometri e di alcuni tipi di lampade (dette a vapori di mercurio), nella produzione di cloro e soda (in celle elettrolitiche dette a catodo di mercurio), nella preparazione di pigmenti per pitture antivegetative per carene di natanti. In denominazioni partic.: m. corneo, antico sinon. di calomelano; m. emetico volatile, antico nome del solfato basico di mercurio; m. fulminante, lo stesso che fulminato mercurico; m. vegetale, nome dato in passato alla manaca, per le sue proprietà antiluetiche. Con valore generico, preparati di m., derivati del mercurio usati, spec. in passato, in farmacologia per la loro azione antimicrobica e antiluetica e, talvolta, anche purgativa, diuretica e antielmintica.