medicina
s. f. [dal lat. medicina, in origine ars medicina, femm. dell’agg. medicinus «pertinente al medico o al curare», der. di medĭcus «medico2»]. – 1. a. La scienza che ha per oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e la loro prevenzione: lo studio della m.; trattato di m.; i progressi, le scoperte della medicina. Tra i settori più importanti: m. interna, la scienza medica in senso stretto, che comprende lo studio delle malattie il cui trattamento terapeutico è prevalentemente o soltanto medicamentoso e non chirurgico; m. esterna, espressione con cui in passato era indicata la dermatologia; m. preventiva, complesso delle norme igieniche e delle misure profilattiche volte a prevenire una malattia; m. veterinaria, che cura le malattie degli animali; m. comparata, lo studio comparativo delle malattie in specie animali diverse. Unito ad altre determinazioni, il termine indica un ramo della scienza medica, o un suo fine specifico; con riferimento a indirizzi particolari: m. alternativa, costituzionalistica, m. omeopatica, m. psicosomatica (v. i rispettivi aggettivi); con riferimento ad aspetti particolari della prassi medica: m. operatoria, che considera il complesso delle manualità tecniche necessarie alla chirurgia; con riferimento a problemi particolari: m. fisica, fisiatria; m. aeronautica o aviatoria, v. aeronautico; m. nucleare, v. nucleare, n. 3 d; m. aerospaziale (o spaziale), v. spaziale, n. 2; o a problemi inerenti a un preciso ambiente umano, geografico, sociale, ecc.: m. tropicale, m. militare, m. scolastica; m. infortunistica, v. infortunistico; m. del lavoro, v. lavoro, n. 1 d; m. sportiva (o dello sport), v. sport. Infine, il termine può indicare la medicina intesa nel suo sign. più generico, ma considerata in relazione ad altre attività scientifiche, sociali, giuridiche, ecc.: m. legale, branca specialistica che tratta dei problemi biologici e medico-chirurgici in rapporto con le scienze giuridiche e sociali: consta essenzialmente di due grandi parti, di cui una mira a elaborare gli elementi dottrinali che possono concorrere alla formazione e all’evoluzione del diritto (m. giuridica), mentre l’altra mira ad applicare praticamente le nozioni scientifiche e metodologiche all’accertamento di elementi o fatti utili alla giustizia (m. forense); m. sociale, che si occupa dei problemi biologici e sanitarî nei loro rapporti con la vita collettiva, attuando il suo programma mediante leggi rivolte ad assicurare la difesa della società dalle malattie e attraverso varie istituzioni pubbliche; m. pubblica, che comprende la medicina legale e la medicina sociale, e studia i problemi biologici, antropologici, fisiologici, sanitarî e medico-legali in rapporto alle esigenze della vita collettiva; notevole sviluppo hanno avuto di recente in questo àmbito la m. delle assicurazioni, che deve affrontare questioni sempre più complesse di infortunistica, responsabilità civile, medicina del lavoro, e la tossicologia forense, che oltre al tradizionale studio degli avvelenamenti è passata a interessarsi dell’uso di sostanze stupefacenti e degli effetti dell’inquinamento atmosferico (carattere particolare ha invece la m. pastorale, che riguarda lo studio della medicina nei suoi rapporti con la morale, a uso dei sacerdoti). b. La facoltà universitaria in cui s’insegnano scienze mediche: studente in m.; laurea e laurearsi in m.; dottore in m.; iscriversi a m.; fare il secondo anno di m., ecc. c. La professione di medico, l’attività medica: esercitare m.; esercizio abusivo della medicina. 2. a. In senso più lato, il complesso dei provvedimenti, spesso di carattere non strettamente medico, ma comunque rivolti, nell’intenzione di chi li adotta, a combattere o a prevenire fattori morbosi: m. istintiva, complesso di atti e provvedimenti o atteggiamenti cui istintivamente ricorrono gli animali e gli uomini per combattere o evitare il dolore e le malattie; m. popolare, complesso di idee e di pratiche curative fondate prevalentemente su criterî magico-religiosi, ma spesso anche su esperienze reali, caratteristico dei popoli primitivi e talvolta anche degli ambienti sociali più arretrati. b. ant. Cura (secondo l’uso latino): la giovane cominciò la sua m. e in brieve ... l’ebbe condotto a sanità (Boccaccio). 3. a. Nell’uso com., ogni preparazione medicamentosa: una m. efficace; prescrivere, acquistare una m.; spec. con riferimento a medicamenti per uso orale: dare, prendere la m.; una m. amara, dolce, disgustosa, ecc. b. Per estens. qualsiasi mezzo che si consideri utile a prevenire le malattie o a riacquistare e mantenere la salute: per l’indigestione la miglior m. è il digiuno; dicendo niun’altra m. essere contro alle pistilenze migliore né così buona come il fuggir loro davanti (Boccaccio). c. fig. Cura, rimedio per mali non fisici, per difetti, situazioni difficili e sim.: Così da quella imagine divina, Per farmi chiara la mia corta vista, Data mi fu soave m. (Dante); una buona dose di legnate sarebbe una buona m. per lui; la m. è giunta tardi (cfr. il verso di Ovidio: Principiis obsta: sero medicina paratur: v. principiis obsta).